Era il 1997 quando andò in scena, per la prima volta, ’Il piccolo spazzacamino’, in una nuova produzione del teatro Comunale. E da una stagione all’altra, la piccola opera di Benjamin Britten ha continuato a essere riproposta, accolta sempre con lo stesso incanto e lo stesso amore dai ragazzi e delle famiglie. "Ci pensavo proprio qualche giorno fa: dal debutto sono trascorsi più di 25 anni, più di un quarto di secolo – confessa il regista Stefano Monti, creatore dell’apprezzato allestimento –. Da un lato, questo mi rende felice perché significa che lo spettacolo è divenuto un classico, dall’altro mi rendo conto di come sia volato il tempo, anche per me".
Favola morale e sociale, oltre che gioiello musicale, ’Il piccolo spazzacamino’ tornerà al Comunale domani alle 17 (dopo alcune recite dedicate alle scuole nella mattinata di oggi): alla ribalta saranno i cantanti dei corsi di alta formazione del Comunale e gli allievi della scuola di voci bianche del teatro, diretti da Paolo Gattolin che guiderà anche l’ensemble da camera del Comunale. Protagonisti saranno Lorenzo Mazzucchelli, Jianwei Liu, Jihye Kim, Isabella Gilli e Maria Bagalà, con i giovanissimi solisti Jacopo Molinari, Elena Sofia Nativio, Edoardo Berselli, Gregory Lungu, Roberto Guerzoni, Ada Comelli, Ginevra Fattori, Ginevra Liguori e Adele Amoroso.
’Il piccolo spazzacamino’ venne presentato da Britten nel 1949. La trama ha la potenza dei racconti di Dickens e ci parla di Sam, un bimbo abbandonato dai genitori che finisce sfruttato come spazzacamino: ma i suoi coetanei lo aiuteranno a riscattarsi, con la forza della solidarietà. Nell’ideare la partitura, Britten pensò anche a coinvolgere il pubblico dei piccoli spettatori che possono riconoscersi nei personaggi. "Quando ho pensato questo spettacolo, mi sono lasciato prendere per mano da Britten – ricorda Monti –. Il tema dello sfruttamento del lavoro minorile è serissimo e difficile, eppure lui ha saputo trattarlo in maniera delicata e non ideologica, e penso che proprio per questo sia riuscito ad attraversare il tempo e lo spazio. Anch’io ho voluto affrontarlo tenendo insieme l’aspetto drammatico e quello poetico, e penso ne sia nato uno spettacolo piacevole e appassionante, che ormai unisce le generazioni".
Sul palco si muovono cantanti adulti e giovanissimi. "Lavorare con i ragazzi può essere complicato, ma per me è motivo di grande entusiasmo – aggiunge il regista –. Del resto, per loro questa è una speciale occasione di socializzazione: dovendo recitare e cantare, imparano a lavorare insieme, a fare squadra, a essere creativi e non distruttivi. Credo che il teatro, alla loro età, abbia un particolare valore educativo e che sia come una grande lezione di educazione civica". Una lezione che resta nella vita: "Tre anni fa, quando abbiamo ripreso lo spettacolo, all’uscita dal teatro c’era ad aspettarmi un giovane: mi ha detto che anni prima aveva partecipato al ‘Piccolo spazzacamino’, aveva cantato e si era appassionato all’opera. Beh, non poteva esserci soddisfazione più grande".