STEFANO MARCHETTI
Cronaca

Il patron del teatro Michelangelo: "Esistiamo da oltre 36 anni . Ma dal Comune nessun sostegno"

Berto Gavioli, direttore e anima della sala di via Giardini: "E’ davvero una grande amarezza" "Il nostro pubblico ci segue sempre con affetto, gli amministratori non fanno altrettanto"

Berto Gavioli, direttore e anima della sala di via Giardini

Berto Gavioli, direttore e anima della sala di via Giardini

Modena, 23 marzo 2025 – Sono 36 anni che il teatro Michelangelo esiste, 36 anni che offriamo a Modena la nostra programmazione, con un riscontro di pubblico sempre maggiore. Eppure dal Comune non abbiamo mai ricevuto un sostegno, un contributo. È una grande amarezza", esordisce Berto Gavioli, direttore e ‘anima’ della sala di via Giardini, fra le più amate dal pubblico: quest’anno il cartellone propone 120 titoli con 160 giornate di apertura, una media di 24 eventi al mese per cinque serate a settimana, un incremento del 15% rispetto alla stagione precedente e del 40% rispetto al preCovid.

"Il nostro pubblico ci segue con affetto: contiamo più di 60mila spettatori, con una media di riempimento della sala del 77% – aggiunge Gavioli –. Tutto questo mi sembra un valore non tanto per noi, quanto per la città. Il Michelangelo è parte importante del sistema teatrale e culturale di Modena: eppure il Comune sembra non volersene accorgere".

Pochi giorni fa Berto Gavioli ha avuto un incontro con il sindaco Massimo Mezzetti, "ed è stato anche un dialogo affettuoso – ammette –. Ci conosciamo da tanti anni ed era assessore regionale quando a Bologna io e altri soci decidemmo di impegnarci per riaprire il teatro Duse". Già con l’amministrazione Muzzarelli c’erano stati diversi confronti, ma sempre con lo stesso esito: "Il Comune diceva di non poterci aiutare perché siamo dei privati – sottolinea il direttore del Michelangelo – Speravo che con la nuova amministrazione qualcosa potesse cambiare, ma la risposta è sempre la stessa". Eppure a Bologna – ricorda Gavioli – il Comune sostiene non soltanto i teatri pubblici, "come è giusto che sia", ma eroga un contributo anche a favore delle sale a gestione privata, come il Duse, il Dehon o il teatro delle Celebrazioni: "È un modo per riconoscere l’importanza di tutte le realtà che si adoperano nella cultura – aggiunge –. Il teatro viene visto come un bene comune per la città".

Dopo le gravi perdite di fatturato subite durante il periodo del Covid, il Michelangelo ha potuto ripartire grazie ai ristori ministeriali, circa 200mila euro: "Il ministero ha dimostrato di essere vicino a teatri pubblici e privati: evidentemente teneva al fatto che tutti potessero proseguire la loro attività", osserva. Poi la Fondazione di Modena ha erogato 88mila euro in tre anni con il bando "Mi metto all’opera", ed è stata un’importante iniezione di risorse e di fiducia.

"La stagione 2023 - 2024 ha segnato una ripresa straordinaria, con un fatturato di circa 800mila euro, e per la stagione ancora in corso si prevede un ulteriore incremento del 6%, superiore alle stime regionali del 2%. Da parte sua il Michelangelo ha ampliato la sua proposta: 14 titoli di prosa in abbonamento, oltre 40 spettacoli di teatro civile, comici ed extra prosa, 30 concerti, 14 appuntamenti per le famiglie e altrettanti per le scuole. "In più abbiamo un solido rapporto con molteplici realtà del territorio, con oltre 20 serate dedicate – sottolinea Gavioli –. Tutto questo non significa nulla per la città? Se il Michelangelo dovesse spegnere le luci, non si sentirebbe forse un vuoto?".

Si dovranno affrontare anche lavori alla sala (che è di proprietà della parrocchia di San Faustino), si vuole ulteriormente potenziare la programmazione: "Se il Comune tiene a noi, come a una voce della città – conclude Berto Gavioli –, ce ne dia un segno tangibile".