Il martirio di Alice, ultimo atto: "A carico di Gaaloul gravi indizi". La Procura chiede il processo

Giovane mamma uccisa a coltellate e bruciata. Contro il tunisino anche alcune tracce di Dna

Il martirio di Alice, ultimo atto: "A carico di Gaaloul gravi indizi". La Procura chiede il processo

Il martirio di Alice, ultimo atto: "A carico di Gaaloul gravi indizi". La Procura chiede il processo

È arrivata la richiesta di rinvio a giudizio davanti alla Corte d’Assise per l’unico indagato del terribile omicidio ai danni della giovane mamma di Ravarino, nel modenese, Alice Neri. L’udienza preliminare nei confronti del 30enne tunisino Mohamed Gaaloul – in carcere dall’ 8 dicembre scorso, a seguito della cattura avvenuta in Francia – è prevista per il 16 novembre in tribunale a Modena. Ad un anno esatto da un femminicidio che ha sconvolto l’Italia, dunque, l’indagato dovrà presentarsi in tribunale per affrontare un processo che lo vede alla sbarra per i reati di omicidio e distruzione di cadavere. Infatti – fa sapere la procura di Modena - tenuto conto che la consegna dell’indagato da parte dell’Autorità Giudiziaria francese era relativo ai suddetti reati, in seguito verrà avanzata richiesta di estensione della consegna dell’indagato anche per violenza sessuale ai danni della vittima, tentata estorsione nei confronti di una conoscente e cessione continuata di droga; reati per i quali sarà separatamente avanzata richiesta di rinvio a giudizio.

Secondo le accuse la notte del 17 novembre il tunisino, dopo essere salito a bordo dell’auto della vittima, intorno alle 3.40 del mattino, l’aveva condotta nei pressi di un argine (dalle ore 04.04 alle ore 05.12) per poi portarla nelle campagne di Fossa di Concordia. Qui l’avrebbe uccisa a coltellate – almeno sette –, per poi distruggerne il cadavere sistemandolo all’interno del vano bagagli della Ford Fiesta della vittima e appiccare il rogo. Contro Gaaloul ci sono gravi indizi di colpevolezza, dice la procura: le tracce di Dna di Alice rinvenute sulla tracolla del borsello dell’indagato e, viceversa, il Dna di Gaaloul sul mozzicone di sigaretta della vittima. Non è così per la difesa dell’indagato, che si è sempre professato innocente. "L’otto agosto noi stessi avevamo suggerito che non avremmo posto alcun impedimento ad una proroga dei termini della custodia cautelare comprendendo la complessità delle indagini – sottolinea l’avvocato Roberto Ghini –. Hanno avuto fretta di chiudere le indagini, lasciando enormi buchi dal punto di vista fattuale e anche dal punto di vista procedurale".

"Esprimiamo la massima soddisfazione per la fissazione dell’udienza preliminare – afferma l’avvocato della famiglia della vittima, Cosimo Zaccaria - ancora una volta si delineano gravi responsabilità del signor Gaaloul nell’uccisione della giovane Alice e questo nel perdurante silenzio - ormai di un anno - di Gaaloul stesso. La mamma ed il fratello si costituiranno parte civile, dando voce ad Alice". "Le attività difensive sono in corso e non escludiamo ulteriori risvolti, elementi di rilievo legati ad una nota figura: quella del terzo uomo", commenta infine la criminalista Katia Sartori, consulente del marito della vittima, Nicolas Negrini riferendosi ad un collega della giovane mamma, mai iscritto nel registro degli indagati.

Valentina Reggiani