"La musica compie una magia: raccontare una storia con un’inflessione, un accento, un colore, una velocità, uno spazio e un’atmosfera. Quanta bellezza c’è nell’osservare e ascoltare la musica interpretata da chi si è riunito proprio per questo scopo, che siano soltanto un cantante o uno strumentista con un pianista, o tanti cantanti e una grande orchestra con un direttore in un teatro dell’opera. Essere testimoni di quanto siano intricati i rapporti umani da cui nasce una performance è un’esperienza davvero affascinante". Lo scrive il Maestro Antonio Pappano nella sua autobiografia "La mia vita in musica" (Marsilio editore), in libreria da pochi giorni.
Sir Pappano è nato in Essex ed è cresciuto in Inghilterra e negli Stati Uniti, ma nelle sue vene scorre sangue italiano: i suoi genitori infatti erano emigrati da Castelfranco in Miscano, in provincia di Benevento, e il papà coltivava un talento da cantante prendendo lezioni da Ettore Campogalliani, lo stesso insegnante che seguì per qualche tempo anche Mirella Freni e Luciano Pavarotti.
Fra i più grandi e acclamati direttori del nostro tempo, Sir Pappano ha lavorato nei maggiori teatri di tutto il mondo, e dopo le esperienze da direttore musicale a Bruxelles e alla Royal Opera House di Londra, ha guidato per 18 anni l’orchestra dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia a Roma: lo scorso settembre ha assunto l’incarico di direttore generale della London Symphony Orchestra, come successore di Sir Simon Rattle.
È Cavaliere di Gran Croce della Repubblica Italiana e Cavaliere dell’Impero britannico per i suoi servizi alla musica: lo scorso anno ha diretto anche nell’abbazia di Westminster per l’incoronazione di Re Carlo. È dunque un concerto particolarmente atteso e prestigioso, quello che Sir Antonio Pappano terrà domani sera alle 20.30 al teatro Comunale Pavarotti Freni: guiderà la Chamber Orchestra of Europe (una delle formazioni più legate all’insegnamento di Claudio Abbado) e l’eclettico pianista Bertrand Chamayou in un programma tutto dedicato a composizioni della prima metà del ‘900, con qualche spunto jazz, da "La création du monde" di Darius Milhaud alle variazioni su "I got rhythm" di George Gershwin e al balletto "Fancy Free" di Leonard Bernstein, con un accento speciale per il "Concerto in sol maggiore per pianoforte e orchestra" di Maurice Ravel .
"Noi che ne abbiamo l’opportunità, siamo responsabili di predicare il vangelo della musica e dell’arte in generale – scrive ancora il Maestro nella sua autobiografia –. È stato più volte dimostrato che la musica innesca nel cervello una stimolazione positiva e ne favorisce lo sviluppo. Aiuta ad apprendere tutto il resto e a migliorare i rapporti sociali. Ne consegue che la musica è un diritto fondamentale di ogni essere umano, in particolare dei giovani".