STEFANO MARCHETTI
Cronaca

Il gran debutto Olivieri, baritono al Metropolitan

Da Maranello a New York, sul palco in ’Florencia en el Amazonas’, diretto da Nézet-Séguin: "Come un sogno lavorare con artisti così" .

Il gran debutto Olivieri, baritono al Metropolitan

Adrenalina a mille... "Eh, la scorsa notte ho faticato a prendere sonno", confessa Mattia Olivieri, baritono di Maranello, al telefono da New York. Per lui infatti sono giornate molto speciali: Olivieri ha debuttato su uno dei palcoscenici più importanti del mondo, quello del Metropolitan, tempio della lirica che ha accolto tutte le nostre grandi voci modenesi. "Per me è come un sogno", ammette Mattia Olivieri, artista già in splendida carriera: ha cantato alla Scala di Milano e alla Royal Opera House di Londra, come all’Opéra di Parigi e a Madrid ma – si sa – il Met è uno dei traguardi che ogni cantante spera di toccare lungo il suo percorso. Olivieri è uno dei protagonisti di ’Florencia en el Amazonas’, l’opera composta nel 1996 dal musicista messicano Daniel Catán su libretto di Marcela Fuentes-Berain, ispirata dal realismo magico di Gabriel Garcia Marquez: viene eseguita da un cast di alto livello in cui spicca la voce del soprano Ailyn Pérez con la direzione musicale dell’ammiratissimo maestro Yannick Nézet-Séguin. Un’opera in spagnolo al Met è già di per sé un evento: del resto, come ha annotato il New York Times, "è un linguaggio parlato da almeno un quarto degli abitanti della metropoli". La produzione, brillante e colorata, vede in Olivieri una delle punte di diamante, "con voce solida e succosa", ha scritto Zachary Woolfe, critico del ’Times’.

Olivieri, come sono queste giornate newyorkesi?

"Molto impegnative ma anche ricche di grandi soddisfazioni. Lavorare con artisti così eccelsi è motivo di profonda crescita personale e professionale. Il maestro Nézet-Séguin è incredibile: trasmette a tutti il suo profondo amore per la musica e ha la capacità di mettere ogni interprete a proprio agio, senza mettere pressione. Tutto il cast è bellissimo".

In Italia ’Florencia’ è opera poco nota. Di cosa tratta?

"È la storia di una famosa cantante lirica che ai primi del ‘900 compie un viaggio di ritorno verso l’Amazzonia delle sue origini: aveva lasciato la sua terra per intraprendere la carriera, e ci vuole tornare anche per ritrovare il suo primo amore. Che è scomparso nella foresta".

E qual è il suo personaggio?

"Interpreto Riolobo, come un nativo della foresta, misterioso, enigmatico, anche magico e mistico. Accompagna Florencia e gli altri personaggi, tutti passeggeri di una nave che, fra mille peripezie, attraversa il Rio delle Amazzoni per raggiungere Manaus. Arriveranno proprio mentre nella città divampa un’epidemia di colera. Il loro sarà come un viaggio iniziatico, dal finale aperto".

In quale orizzonte musicale si può inserire quest’opera?

"Molti hanno cercato paragoni con composizioni più note. Per l’espressività io vedo un legame con le opere di Puccini: come in ‘Bohème’ o in ‘Butterfly’, anche in ‘Florencia’ la musica ‘parla’ e riesce a disegnare atmosfere e situazioni, perfino senza parole".

Arriveranno ad applaudirla anche da Maranello?

"La mamma sarà qui a New York nei prossimi giorni: non vuole mancare a questo debutto e la aspetto con gioia. Il 9 dicembre l’opera comunque verrà diffusa in diretta anche attraverso la piattaforma streaming del Met: entreremo nei cinema e nelle case di tutto il mondo".

E dopo New York?

"Già il 28 e il 31 dicembre tornerò alla Deutsche Oper di Berlino per il ‘Barbiere di Siviglia’. Poi in gennaio sarò al San Carlo di Napoli per i ‘Vespri siciliani’ di Verdi".