VALENTINA REGGIANI
Cronaca

Il duplice omicidio. È giallo sulla morte dell’anziana madre. Ipotesi soffocamento

Anna Malmusi trovata nel letto senza ferite da taglio, autopsia decisiva. Tra i fratelli attriti e preoccupazioni per la gestione dell’88enne malata.

Il duplice omicidio. È giallo sulla morte dell’anziana madre. Ipotesi soffocamento

E’ piantonato e sedato, in un letto dell’ospedale di Baggiovara e la sua prognosi per il momento è riservata. E’ lui probabilmente l’unico custode dell’atroce verità sul duplice delitto di via Torino, a Vignola. Sarebbe stato infatti Uber Capucci, 67 anni, ad uccidere il fratello Emore, 66 anni e la mamma Anna Malmusi prima di tentare a sua volta di togliersi la vita ingerendo barbiturici e affondando nella carne la stessa lama sporca del sangue della sua famiglia.

L’utilizzo del condizionale è d’obbligo poiché le indagini sulla dinamica della tragedia familiare sono ancora in corso da parte dei carabinieri che, anche ieri mattina, sono tornati nella villetta di Vignola per un ulteriore sopralluogo, insieme alla scientifica, dopo che le salme sono state portate alla Medicina legale dalle onoranze Pasini e Lazzarini. Anche l’autopsia, disposta nelle prossime ore, molto potrà dire sui decessi delle vittime: sull’ora in cui sono state uccise e sulle modalità.

Sul corpo dell’anziana, 88 anni, non sarebbero state trovate infatti ferite d’arma bianca. Ciò fa supporre che la signora Malmusi, allettata, sia stata forse soffocata. Ma nessuno, al momento, può stabilire con esattezza che sia stato proprio Uber ad uccidere entrambi i familiari, pur essendo l’ipotesi più accreditata dagli inquirenti.

Quello che è certo è che il pensionato si era recato in visita al fratello e alla mamma (che vivevano da anni insieme nella villetta) all’ora di pranzo.

Da subito i vicini avevano udito strane grida provenire dall’abitazione ma pare che fossero ‘abituati’ a qualche sfuriata da parte della famiglia Capucci, pur essendo sia i fratelli che la madre persone ben volute e stimate, particolarmente miti e riservate. Quando però le urla hanno assunto toni strazianti, è scattata la chiamata ai soccorsi. I pompieri hanno dovuto aprire la porta, chiusa dall’interno e, una volta dentro, i carabinieri, i volontari della Croce blu prima e gli operatori del 118 dopo si sono trovati dinanzi una scena terrificante: Uber era incosciente, accasciato sul divano mentre l’anziana madre giaceva nella stanza accanto, sul letto ospedaliero. Il fratello Emore era a terra in un lago di sangue.

Il ‘ritratto’ di un duplice delitto, sicuramente, ma soprattutto di un ‘male profondo’ che affliggeva l’intera famiglia. Il dramma della solitudine e della sofferenza. Una delle vittime, Emore, soffriva infatti di disturbi psicologici ma, recentemente, anche la situazione psicologica di Uber pare fosse crollata tanto che lo stesso era da poco seguito in un centro. A far ‘crollare’ la serenità familiare, sarebbe stata la situazione clinica dell’anziana madre, costretta sul letto dopo una caduta e il conseguente intervento chirurgico. Sembra inoltre che l’insorgenza dell’Alzheimer nella donna avesse ‘destabilizzato’ i fratelli, preoccupati per la gestione della madre, anche a livello economico.

Qualche anno fa i fratelli Capucci avevano perso il padre, che gestiva inizialmente insieme ai figli una attività di biciclette. In negozio era poi rimasto Emore, mentre Uber aveva iniziato a lavorare presso un’impresa di pulizie. Entrambi erano ora in pensione e pare che tra di loro ci fosse qualche attrito. Secondo chi li conosceva Emore era particolarmente legato alla mamma e, per questo, preoccupato per le sue condizioni di salute. Probabilmente entrambi temevano il ‘domani’. Anche i parenti più vicini, stravolti dalla terribile vicenda, parlano di una famiglia molto chiusa, riservata ma nessuno avrebbe mai potuto immaginare un epilogo così drammatico e crudele.

Ora spetta ai carabinieri far luce su quanto accaduto tra le mura di via Torino. "In questa fase non possiamo escludere nessuno scenario – afferma l’avvocato dell’indagato Maria I. Larossa – il mio assistito è ancora in ospedale, in terapia intensiva. Mi auguro che quanto prima abbia la capacità di parlare per spiegare come sono andate le cose. Le tracce possono dire molto: non mi sento di escludere l’ipotesi che sia intervenuto per sedare una lite tra il fratello e la mamma o comunque per difendere la mamma. Gli scenari sono ancora aperti".