
Il Consiglio comunale
Costituire il Consiglio comunale delle ragazze e dei ragazzi come organo consultivo del Comune nella sede municipale di piazza Grande e nei quattro Quartieri di Modena, definirne quindi il regolamento e promuoverlo come strumento di educazione alla cittadinanza. Sono le richieste principali rivolte all’Amministrazione dal Consiglio comunale di Modena che ha approvato la mozione presentata da Modena Civica, Pd, Spazio Democratico, Movimento Cinque Stelle, Pri-Azione e Avs.
Il documento è stato approvato con i voti a favore dei proponenti e di Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega Modena e Modena in Ascolto. Astenuti i consiglieri Pd, Federica Di Padova, Stefano Manicardi e Fabio Poggi.
In premessa, Katia Parisi ha evidenziato come i Consigli comunali dei ragazzi siano nati nel 1979, Anno internazionale dell’Infanzia, a Schiltinheim, un piccolo comune francese situato in Alsazia, con l’obiettivo degli amministratori locali di realizzare una struttura organizzativa di partecipazione politica nella quale i giovani potessero, in prima persona, dar voce ai loro interessi.
La consigliera sostiene come il Consiglio comunale delle ragazze e dei ragazzi favorisca "la partecipazione attiva dei giovani alla vita democratica e civica è fondamentale per promuovere un senso di responsabilità, appartenenza e consapevolezza nei confronti della comunità", oltre a "permettere ai più giovani di avvicinarsi alle dinamiche della politica locale, offrendo loro uno spazio per esprimere le proprie idee, confrontarsi su temi di interesse collettivo e contribuire alla crescita del territorio".
Portando ad esempio l’esperienza positiva del Consiglio delle ragazze e dei ragazzi della Circoscrizione n. 2 di Modena, la mozione sottolinea "l’opportunità educativa rappresentata dall’istituzione di tale organo consultivo presso il Consiglio comunale e mette in evidenza", tra le altre cose, come questo "potrebbe fornire un contributo prezioso per la progettazione di politiche giovanili, educative, culturali e ambientali, con proposte che ripecchino le esigenze e i desideri dei più giovani".
Ampio dibattito aperto dal Pd con Fabia Giordano che ha definito questa iniziativa "uno spazio di sperimentazione che permette di vivere un’esperienza reale, accrescendo nei giovani la disponibilità all’ascolto, al confronto e all’accettazione dell’altro, fuori da ogni riferimento ai partiti".
Per Alberto Bignardi questo organismo "incentiva il coinvolgimento delle nuove generazioni nella politica, in un momento di crescente disaffezione, trasmettendo i valori di responsabilità civica e bene comune: non è solo un simbolo ma un vero e proprio strumento educativo". Di diverso parere Fabio Poggi che pur sottolineando il valore della proposta, ha affermato che "rischia di togliere qualcosa in termini di diversità e partecipazione" e di educarli "più al protagonismo che alla condivisione". Ripercorrendo la sua esperienza di Presidente del consiglio, durante la quale ha incontrato più di cento classi coinvolte in varie esperienze simili di partecipazione all’interno dell’ambito scolastico, infatti, Poggi ha sottolineato come queste fossero caratterizzate da varietà e dalla differenza di età dei ragazzi: "Occorrerebbe, semmai, favorire e strutturare, nella loro autonomia, i Consigli delle singole scuole o delle singole classi, mettendo a loro disposizione competenze, risorse e soprattutto risposte".
Grazia Baracchi (Spazio democratico) ha sostenuto che con l’istituzione del Consiglio comunale delle ragazze e dei ragazzi "si potrà veramente valorizzare i percorsi già attivi nelle scuole e al centro Memo che permettono la conoscenza dei luoghi della democrazia". Per Giovanni Silingardi (M5s) "questa proposta porta in più la necessità di un regolamento che istituzionalizzi il Consiglio, dando regole per il suo funzionamento e chiarisca qual è la missione e la visione di questa iniziativa".