GIANPAOLO ANNESE
Cronaca

Il blitz anti Bosi brucia. Segreteria, pressione su Venturelli. Voci di commissariamento

Possibile convocazione a Roma per chiederle conto. Malumore di Baracchi .

Il blitz anti Bosi brucia. Segreteria, pressione su Venturelli. Voci di commissariamento

Il blitz anti Bosi brucia. Segreteria, pressione su Venturelli. Voci di commissariamento

Nessuna piazzata, nessun intervento fuori posto, voti allineati: nel volto impassibile dei consiglieri e degli assessori c’era tutta la quiete prima della possibile tempesta che potrebbe abbattersi sul gruppo e sul partito di Modena da qui in avanti.

Il blitz pro Antonio Carpentieri come raccontavamo ieri a discapito di Andrea Bosi, rappresentante dell’area Schlein, ha mandato su tutte le furie i vertici di tutti i livelli. In questi giorni si sono spesi Stefano Bonaccini, Davide Baruffi, Luigi Tosiani, Igor Taruffi - la stessa Elly Schlein sta seguendo la vicenda - tutti a cercare di indurre a più miti consigli il partito modenese esortandolo a convergere su Bosi per il bene della ‘ditta’ e gli equilibri interni.

Ma non c’è stato verso: i ribelli guidati dalla segretaria Federica Venturelli, il capogruppo in pectore Diego Lenzini, lo stesso Antonio Carpentieri, sono andati fino in fondo inaugurando una guerra fredda con Bologna e Roma.

Addirittura a un certo punto si è sparsa la voce di un possibile commissariamento immediato del partito modenese da Roma. Un atto di forza per indisciplina che avrebbe potuto terremotare il quadro e mettere in discussione l’elezione di Carpentieri a presidente del Consiglio.

Nel pomeriggio l’allarme è rientrato. Il colpo di maglio non è arrivato, per ora, forse anche perché i commissariamenti riguardano i partiti provinciali non i singoli circoli cittadini in realtà tra l’altro dove si sono vinte largamente le elezioni da tre settimane. Ma si sta come sugli alberi le foglie.

Piuttosto l’ipotesi più concreta è che si apra una vertenza su Venturelli. Dalla segreteria nazionale potrebbero aumentare le pressioni perché si dimetta immediatamente da segretaria cittadina (come tra l’altro le aveva chiesto Massimo Mezzetti): in quanto assessora vive una condizione di incompatibilità e questo la rende vulnerabile ai fulmini dei superiori: probabile una convocazione a Roma per chiederle conto della gestione di queste settimane e indurla a lasciare la guida del partito con effetto immediato.

Certo, lei non è che abbia tanta voglia di rinunciare a un ruolo che in qualche modo la blinda politicamente proteggendola dai maremoti che si annunciano tra partita sindaco e giunta.

Dimettersi dall’incarico da un’ora all’altra non come scelta personale a conclusione di un ciclo in vista di un altro incarico, ma per un ukase da Roma invece la indebolirebbe.

Nel frattempo Bosi, dopo il secondo smacco in pochi giorni, sta meditando, consigliato da chi gli è vicino, di incassare il colpo senza prendere decisioni drastiche del tipo uscire dal partito, dal gruppo o addirittura dal Consiglio comunale.

Potrebbe essergli aperto un incarico di prestigio nell’ambito della legalità e di Avviso pubblico o la corsa per le Regionali, peraltro soprattutto su Modena città già molto affollata.

Da non sottovalutare nel lungo periodo infine il malumore di Grazia Baracchi, la seconda donna dopo Venturelli per numero di preferenze, ma presidente del Consiglio solo tre quarti d’ora, prima di consegnare il testimone tra i sorrisi più o meno spontanei e gli applausi dell’aula al collega Carpentieri.