Boom di richieste da tutta Italia per… ‘ibernarsi’. L’agenzia funebre Polistena human cryopreservation di Filippo Polistena, concessionaria della KrioRuss, e che gestisce l’unico centro specializzato in crioconservazione dei defunti, oltre a quello degli Stati Uniti, è subissata di telefonate. «Non avrei mai pensato di dover rispondere a così tante persone, che mi chiamano da ogni parte d’Italia interessate ai contratti di ibernazione». Per Polistena, «si tratta di una sorta di formula alternativa alla cremazione e alla normale sepoltura, anche se i costi sono nettamente più alti, nell’ordine di 36mila dollari, l’equivalente di circa 33mila euro. Nel nostro Paese, visto l’interesse, servirebbe un centro specializzato in crioconservazione, che consentirebbe di abbassare i costi». Se a livello di ricerca scientifica si sono mossi solo i primi passi, e il ‘risveglio’ è ancora film di fantascienza, la paura della morte e il poter rivedere un giorno i propri cari spingerebbe molti a crioconservarsi. «In pochi anni, nel nostro Paese c’è stato – dichiara Polistena – un aumento del 10%, e mi arrivano telefonate, in particolare da Milano e dall’Emilia Romagna, anche per la crioconservazione di cani e di gatti. Ho già stipulato tredici contratti per i quattrozampe, mentre sono una ventina per le persone, di cui una richiesta di contratto anche da Concordia. L’interesse è tanto, poi c’è soltanto chi si informa e chi invece vuole fare un passo in più, e firma il contratto per sé o per i propri cari». L’agenzia Polistena ha già provveduto a trasportare cinque salme in Russia, nel centro vicino a Mosca. Quanto alle richieste, arrivano un po’ da tutte le categorie sociali. «Dall’operaio all’imprenditore, dal professionista al commerciante. A monte sicuramente c’è un desiderio di immortalità». Lo scorso anno, Polistena ha stipulato una decina di contratti di ibernazione durante la mostra di Milano. Unica agenzia italiana, e una delle poche al mondo, provvede a preservare i corpi o gli organi ibernati. In tutto il mondo sono 371 le persone che si sono sottoposte all’ ibernazione. «Il primo passaggio per la criogenesi – spiega Polistena – avviene nella sala di rianimazione dove il paziente è in fin di vita. Appena ne viene constatata la morte vengono riattivati meccanicamente la ventilazione ai polmoni e l’afflusso di sangue al cervello somministrando composti appositamente creati per evitare ischemie. Il paziente, poi, viene immerso nell’acqua gelida e trasportato a Mosca dove viene iniettata la soluzione crioprotettiva che evita il congelamento dei tessuti e degli organi. A questo punto la salma viene immersa nell’azoto liquido, a una temperatura costante di 196 gradi sotto zero». v. bru.
Cronaca«Ibernazione, è boom di richieste»