REDAZIONE MODENA

I vicini: "Urla già dall’ora di pranzo". La sindaca: "La città è sotto choc"

Famiglia conosciuta per il negozio di biciclette in piazza, al suo posto ora c’è l’Ottica: "Tornavano spesso qui"

I vicini: "Urla già dall’ora di pranzo". La sindaca: "La città è sotto choc"

Vignola si è svegliata ieri mattina tra incredulità e sconcerto per il duplice omicidio di domenica sera, in cui hanno perso la vita Anna Malmusi, 88 anni, e suo figlio Emore, 66 anni. L’altro figlio, Uber, 67 anni, è tuttora ricoverato in terapia intensiva all’ospedale di Baggiovara, piantonato dai carabinieri.

Al momento, infatti, finchè lo stesso non potrà chiarire come sono andate le cose, egli rimane l’unico indagato per l’accaduto. Tuttavia, la dinamica è ancora al vaglio degli inquirenti e tante rimangono le ipotesi aperte. A Vignola e non solo, i nomi delle due vittime erano molto conosciuti. Anna, per ovvi motivi – l’età, l’Alzheimer da cui era affetta, una recente caduta – non si vedeva molto in giro.

Ultimamente era allettata, ma in gioventù era nota come cantante e aveva preso parte a qualche manifestazione musicale di rilievo. Il figlio Emore andava spesso a Vignola e non disdegnava di tornare sul suo ex posto di lavoro, quel negozio di moto e biciclette Capucci di piazza Ivo Soli, dove da anni c’è l’ottica L’Occhiale. Proprio Rossana Valisi, titolare dell’Ottica, spiega: "Conoscevo la famiglia Capucci perché da bambina avevamo acquistato le biciclette da loro quando c’era Osvaldo, il papà dei due fratelli. Entrambi sono passati spessissimo negli ultimi cinque anni, da quando ho aperto qui la mia attività, per vedere il loro ex negozio. Spesso Emore portava anche la mamma". Un’altra commerciante che conosceva bene il 66enne spiega: "L’ultima volta che ho sentito Emore è stato tre giorni fa. Mi ha detto che la mamma, con la quale viveva, era tornata dalla Casa protetta Roncati e che stava benino. Mi ha anche riferito che le aveva cambiato la biancheria, con l’aiuto del fratello. Al ché, io gli ho consigliato di farsi aiutare, magari di prendere una badante". C’è sconcerto anche nel vicinato, in via Torino, dove Emore viveva assieme all’anziana madre. Silvana Parazza dice: "Sarà più di trent’anni che li conosco di vista e conoscevo anche il padre (Osvaldo, ndr). Non mi sono accorta di niente domenica, se non quando è poi arrivata l’ambulanza. Non avrei mai creduto che potesse succedere una cosa del genere". Una badante che fa assistenza sempre in via Torino, ha riferito invece che già da mezzogiorno aveva sentito urla provenire da quella casa in cui si è consumato il duplice omicidio. La medesima circostanza è stata confermata anche da un altro vicino, Romano Lutti, che spiega: "Si stavano attaccando la madre e il figlio" (Emore, ndr). Il cugino Ermanno Lutti conferma: "E’ stato uno choc, di vista ci conoscevamo da tempo". Ivano Montavoci, un altro vicino di casa, è incredulo: "Ci conoscevamo di vista. Non ho sentito niente di strano finché non sono arrivate le forze dell’ordine e non mi hanno chiesto qualcosa sulla chat del controllo di vicinato. Sono rimasto davvero di stucco".

La sindaca Emilia Muratori commenta: "Siamo veramente sconvolti per quello che è successo; tutta la città è sotto choc.

Attendiamo che gli inquirenti facciano le loro indagini per capire meglio la dinamica, anche se questo non servirà a riportare tra noi le vittime di questa terribile vicenda".

Marco Pederzoli