MILENA SOCI
Cronaca

I residenti della Sacca: "Aprire qui un centro per i tossicodipendenti è uno schiaffo al quartiere"

Cresce la preoccupazione per l’arrivo di una struttura che "creerà problemi". "Abbiamo già un alto livello di degrado e la criminalità è fuori controllo, ogni volta che devono trovare il posto per qualcosa di scomodo vengono da noi"

Cresce la preoccupazione per l’arrivo di una struttura che "creerà problemi"

Cresce la preoccupazione per l’arrivo di una struttura che "creerà problemi"

Modena, 17 marzo 2025 – Cresce la preoccupazione dei residenti del quartiere Sacca per il centro diurno sperimentale per tossicodipendenti gestito dal Ceis che garantirà un servizio di accoglienza temporanea a persone socialmente escluse. "Durante la campagna elettorale – commenta Liliana Ferrari – la giunta comunale ci aveva assicurato che questo quartiere sarebbe stato ’alleggerito’ da alcune situazioni problematiche. Capisco la necessità di dare sostegno a persone in difficoltà, però qui c’è anche il problema del ’pendolarismo del crimine’ dovuto alla vicinanza con la stazione. Stanotte hanno tagliato la rete del mio cortile, dovrò ripagare i danni da sola".

Tra le polemiche dei cittadini, spicca la mancanza di coinvolgimento dei residenti nelle decisioni. "Cosa succederà – dichiara Maurizio Graia – quando verrà avviato anche questo nuovo centro, organizzato senza nessun preavviso? Se il Comune accoglie le persone dovrebbe anche avere il buon senso di non abbandonarle, di farle vivere dignitosamente, altrimenti sembra che sia tutto mirato solo a interessi economici".

Un progetto, quello in via Benassi, che preoccupa anche per la viabilità e le attività adiacenti alla zona, come comunica Andrea Ancarani: "Lavoro qui alla Sacca e non sapevo nulla sull’apertura di questo centro, l’ho scoperto leggendo il giornale. Sinceramente non so che impatto avrà sulla zona, dal momento che sarà proprio accanto alla mia attività. È un’area in continuo cambiamento, c’è un po’ di malumore generale e vedremo cosa succederà. Quando apriamo il bar al mattino, spesso ci accorgiamo che dei senzatetto hanno dormito nel nostro gazebo esterno, ma a parte questo non abbiamo avuto grossi disagi".

Se molti residenti si rifiutano di commentare il progetto, altri, come Maria Cassano, sfruttano l’apertura del centro diurno per evidenziare le problematiche sociali della zona: "Ho tre nipoti e non posso andare al parco, è sempre in uno stato di degrado e pieno di sporcizia e oggetti pericolosi, ho un cane, ma la sera evito di portarlo fuori perché ho paura, qualche giorno fa sono stata accerchiata da quattro uomini. Non si può continuare così".

Omer Cantaroni, a proposito dell’organizzazione comunale, non ha dubbi: "Il problema non è creare uno spazio per aiutare i tossicodipendenti, quello che trovo sbagliato è concentrare tutto in un quartiere già degradato. Hanno fatto tante promesse, a partire da Muzzarelli, ma poi negli ultimi anni hanno rovinato la Sacca con scelte molto selettive a scapito dei cittadini. Si è parlato di fare scelte condivise, ma poi le decisioni vengono prese solo con le cooperative e i cittadini non vengono neanche interpellati, è molto grave".

Dello stesso avviso Manuela Bonfati: "Passo spesso davanti a via Benassi e non mi ero mai accorta di nulla. E poi l’hanno messo proprio di fronte a uno studentato e a una scuola materna, questo può creare problemi di viabilità, visto che la zona è già molto trafficata." Il malcontento cresce e la sensazione diffusa è che il quartiere sia sempre più trascurato. "Ogni volta che devono collocare qualcosa di scomodo per il resto della città, finisce sempre qui."