REDAZIONE MODENA

"Hombre, il maxi allevamento non è sostenibile"

Cittadini e associazioni tornano alla carica: "Esaminati dati di Cnr, Arpae e Oms: qui situazione già pesantissima"

"Siamo preoccupati – spiegano un gruppo di cittadini e le associazioni Lega anti vivisezione, Lega abolizione caccia, Lega italiana dei diritti dell’animale e comitato Mobastacemento – per la situazione ambientale legata agli allevamenti a Modena. Lo spunto parte dal Piano di sviluppo aziendale di Hombre, a Marzaglia, che prevede il raddoppio dei bovini allevati da circa 600 a 1200 per il quale, a suo tempo, abbiamo anche inviato delle osservazioni al Comune di Modena e abbiamo interloquito con le istituzioni. Gli approfondimenti scientifici ci hanno portato ad ampliare sempre di più il quadro e hanno portato alla luce tante questioni ambientali correlate alla salute pubblica e alla salvaguardia della biodiversità, la transizione ecologica, le politiche agricole, il nuovo Piano urbanistico generale. Cerchiamo il dialogo e scriveremo anche a consiglio comunale e Regione".

A un anno e mezzo dalla prima discussione in giunta comunale – fine luglio 2020 – si riapre la vicenda della nota azienda agricola didattica Hombre, mentre prosegue in municipio la conferenza dei servizi relativa alla richiesta di ampliamento. Hombre, passata dalla famiglia Panini agli imprenditori Raguzzoni di Formigine un paio di anni fa, ha richiesto l’ampliamento a cui appunto si oppongono cittadini e associazioni che hanno raccolto oltre 40mila firme. Mentre l’amministrazione comunale con una delibera aveva accolto la domanda di Hombre, il ’no’ degli ambientalisti si lega a timori per l’inquinamento e il peggioramento dell’aria modenese, già ’malmessi’. "Siamo contrari a questo ampliamento dell’allevamento intensivo – spiegano cittadini e associazioni – e per analizzare il Piano di sviluppo aziendale di Hombre abbiamo preso in esame dati autorevoli di enti indipendenti tra cui Cnr, Arpae, Oms, medici per l’ambiente e ministeri. Secondo Legambiente, Modena è tra le dieci peggiori città d’Italia per inquinamento dell’aria e ogni anno in Italia ci sono decine di migliaia di morti per esposizione eccessiva a polveri sottili, ossidi di azoto, ozono troposferico. E noi approviamo un progetto che aumenterà questi numeri?". Entrano nel merito: "L’allevamento di animali a Modena comporta gravi rischi sull’inquinamento atmosferico e sul clima e l’inquinamento delle acque sotterranee ad uso umano da parte degli allevamenti bovini rappresenta un altro rischio per la salute pubblica. Il sì al piano porterebbe un super aumento degli inquinanti ambientali e dei gas serra e l’azienda rientra in un zona vulnerabile ai nitrati agricoli".

Ricordiamo che il Piano allo studio prevede la costruzione di cinque stalle di 132 per 51 metri di superficie, di un caseificio nuovo e di altri edifici con la costruzione ex-novo di almeno 43mila metri quadrati. Il Comune, in questa fase amministrativa, si limita a spiegare che "dopo la raccolta delle osservazioni, pervenute da vari soggetti ambientalisti e non, c’è la conferenza dei servizi. Se si chiuderà con una valutazione positiva e l’approvazione del Piano, verrà dato riscontro con controdeduzioni alle osservazioni pervenute".

Stefano Luppi