
La squadra azzurra femminile di ginnastica che ha conquistato l’argento
Modena, 1 agosto 2024 – Un argento storico per l’Italia, 96 anni dopo l’unica altra medaglia nella gara a squadre femminile, sempre un argento ad Amsterdam 1928. Storico anche per Modena, per la Vis Academy e soprattutto per Elisa Iorio, che ha stretto i denti dopo l’infortunio alla caviglia nelle qualificazioni ed è salita sul gradino del podio accanto alla Biles ("che emozione averla lì di fianco", racconta) e a una selezione americana imprendibile in una delle gare più iconiche dei Giochi.
Elisa, ci racconti: che segreto c’è dietro questa grande prestazione?
"Il segreto della nostra squadra, l’unione, l’affiatamento che abbiamo sempre costruito giorno per giorno: siamo cresciute tutte insieme e anche se Manila Esposito è arrivata un po’ dopo rispetto alle altre si è integrata subito".
Ci diceva di Simone Biles, la stella di questi Giochi...
"Simon Biles? Quando Angela Andreoli, l’ultima a scendere in pedana, ha terminato il suo esercizio, ci ha fatto l’occhiolino come a dirci che l’argento era nostro. Gareggiare con lei, con le americane in generale, è sempre un’enorme emozione".
Infortunata dopo le qualifiche, ha avuto un enorme coraggio
"La mia caviglia non era a posto dopo la qualifica, ho fatto accertamenti e cure per vedere se potessi dare il mio contributo almeno alle parallele, lo dovevo alle mie compagne e sono felicissima di aver raggiunto questo traguardo storico".
Qualche rammarico?
"La mia Olimpiade è partita bene, ma proprio nell’ultimo attrezzo delle qualifiche ho avuto un problema alla caviglia. Peccato davvero, ma ho stretto i denti. Avrei voluto fare almeno un attrezzo in più, ma la caviglia non me lo consentiva. In più con le parallele ho un rapporto speciale".
Ci spieghi meglio...
"Quando sono alle parallele mi sento libera, mi sento sicura, quindi mi bastava fare anche solo quello per essere felice di dare il mio contributo, che alla fine è servito".
A chi dedica questa medaglia storica?
"Alla mia famiglia in primis e poi al mio ragazzo che è qui con me (Yumin Abbadini, ndr) e in questi due anni mi è sempre stato vicino, mi fa stare bene, mi comprende appieno perché fa il mio stesso sport. E poi un enorme grazie va ai nostri allenatori, tutti. E poi... anche a noi stesse, con me Manila Esposito, Giorgia Villa, Alice Andreoli e Alice D’Amato, perché abbiamo lavorato tanto".
Alessandro Trebbi