GIANPAOLO ANNESE
Cronaca

Giunta, la delega al Welfare scotta. Maletti avrà più spazio nel Sociale. E crescono i dubbi: "Pd maltrattato"

Camporota si occuperebbe della parte sull’integrazione, la consigliera regionale dei servizi ai più fragili. Spiazza la cabina di regia con tre professioniste: "Sono di fatto altri assessori...". Musi lunghi tra i Dem.

Giunta, la delega al Welfare scotta. Maletti avrà più spazio nel Sociale. E crescono i dubbi: "Pd maltrattato"

Giunta, la delega al Welfare scotta. Maletti avrà più spazio nel Sociale. E crescono i dubbi: "Pd maltrattato"

Modena, 30 giugno 2024 – L’ambiguità del ruolo di Francesca Maletti nel Sociale, l’inconsueta cabina di regia scelta dal sindaco con tre figure in aggiunta agli assessori, lo spostamento a sinistra della direzione amministrativa, con le deleghe più pesanti assegnate alle personalità scelte dal sindaco e ad Avs. E infine, il M5s che nella figura dell’ex sottosegretario Ferraresi acquista peso e visibilità a fronte di un Partito democratico sotto dimensionato rispetto al risultato elettorale.

All’indomani della presentazione della giunta di Massimo Mezzetti si traccia una riga nei partiti su chi vince e chi perde. Tiene banco in primis il giallo sul Welfare. Alla presentazione di venerdì sembrava che la delega più che spacchettata fosse stata assegnata in toto a Camporota assieme alla Sicurezza, con Maletti vicesindaco e ‘solo’ un incarico alle politiche per la Casa. Ma secondo indiscrezioni la situazione non è così definita. In attesa dell’ingresso ufficiale di Camporota il primo agosto, il sindaco terrà per sé le sue sue deleghe e molto probabilmente alla fine si arriverà a una riperimetrazione delle competenze nel Welfare: Camporota dovrebbe occuparsi più dei problemi dell’integrazione e delle povertà, mentre in diversi si aspettano che Maletti gestisca invece la parte del Sociale intesa come servizi alla persona (per capirci, case protette, anziani, disabili, affitti).

Altro tema che ha suscitato curiosità è stato l’annuncio del sindaco di tre figure femminili specializzate da contrattualizzare, chiamate a seguire operativamente le deleghe che si è tenuto su politiche di genere, smart city, intelligenza artificiale. Una pratica diffusa a Bologna, molto meno a Modena. Tanto che un veterano nel Pd è sobbalzato: "Ma sta aggiungendo altri assessori…". Dello staff del sindaco quindi farebbero parte oltre al capo di gabinetto Roberto Solomita e la portavoce Giusi Marcante, il disability manager, e anche le altre professioniste, tra cui potrebbe esserci Chiara Giovenzana, protagonista della lista Piazza Futura in coalizione, e una esponente del mondo delle associazioni contro la violenza sulle donne. Il sindaco insomma vuole imprimere con vigore la sua impronta e la stessa spregiudicatezza politica con cui ha liquidato Modena civica ha impressionato.

Se non che è sulla distribuzione delle deleghe che il partitone storce il naso. Serpeggia la sensazione che Mezzetti abbia fatto scontare al Pd le ‘imposizioni’ e le blindature stabilite prima delle elezioni: Guerzoni in quota Muzzarelli, Bortolamasi in quota Bonaccini, patto con la Maletti fuori dalla lista ma sicura in giunta, l’autocandidatura di Venturelli. Perché, è chiaro, tutte le deleghe sono importanti, ma è altrettanto palese che lo scenario presenta una Camporota pigliattuto, Alleanza Verdi Sinistra che con Vittorio Molinari ha il Bilancio e la (ri)gestione dei rifiuti, l’Urbanistica, forse la delega più pesante, a Carla Ferrari, molto gradita al mondo rosso-verde.

"Venturelli, regina delle preferenze, fu vera gloria?", si interrogano allora tra i Dem. Le responsabilità delle scelte sono imputate in primis a Mezzetti e alla sua cerchia. Ma rivendicando l’autocandidatura a vicesindaca, il ruolo di capolista, il terzo mandato, l’autoreferenzialità nelle trattative, i trionfalismi sugli esiti delle urne, Venturelli ha alzato troppo le aspettative: "La sua è stata una vittoria di Pirro – sibila chi ne denigra l’operato –. Certo è in giunta, ma a che prezzo politico? Avrebbe fatto meglio a stare fuori e tenere fermo il timone del partito a quel punto".

In più l’ingresso di Vittorio Ferraresi per il Movimento 5 Stelle, proposto dal coordinatore provinciale e preferito dal sindaco a Barbara Moretti (il coordinatore provinciale del M5s Massimo Bonora, a differenza degli altri segretari di partito ha scelto da subito di rimanere fuori dalla squadra aprendo la strada all’ex sottosegretario), connota uno spostamento a sinistra della direzione amministrativa. "Ferraresi – rotea gli occhi spiritati qualche profeta del Pd – sarà la figura attorno a cui si costruirà la gamba di sinistra della coalizione lungo l’asse M5s-Avs. Sarà l’anti-Bortolamasi alle primarie del 2029…".