È la settimana decisiva per la giunta di Michele de Pascale. Se, infatti, l’insediamento sarà a metà dicembre, a breve andrà trovata la quadra. Tra i nodi da sciogliere c’è quello dell’ingorgo bolognese, visto che sono diversi i nomi ’made in Bo’ in lizza per un posto nella squadra di governo regionale. Un affollamento che non va giù a Stefano Vaccari, deputato Pd, ex capo organizzazione dell’era Zingaretti oggi segretario provinciale dem di Modena.
Vaccari, oltre alle preferenze, crede che l’equilibrio territoriale per costruire la giunta sia importante?
"Una squadra è tale se risponde a tre caratteristiche fondamentali: competenza, rappresentività territoriale, consenso. E dentro questo meccanismo c’è la rappresentanza di genere. Modena ha portato valore aggiunto nella vittoria di de Pascale, del Pd e della coalizione. Ritengo che debba essere trovato un punto di equilibrio diverso da quello che c’è stato raccontato pubblicamente finora".
Per Bologna si parla di Isabella Conti, Irene Priolo e Luigi Tosiani. Ma ’balla’ anche il nome di Stefano Caliandro. Troppi?
"Si tratta di personalità autorevoli, ma troppe per una giunta di 10 persone, tra le quali 2 o 3 per gli alleati del Pd. Si fa parte di un progetto e di una squadra anche svolgendo altri ruoli oltre che quello dell’assessore...".
Le altre città rischiano di essere sottorappresentate?
"Ho piena fiducia nelle scelte che farà de Pascale e che tutte le città possano trovare sintesi nella composizione della giunta e negli altri incarichi dell’Assemblea".
Il Pd alle Regionali ha avuto un ottimo risultato a Bologna città, sfiorando il 43%. Non basta?
"Bologna ha dato un importante contributo per la vittoria elettorale, però non è l’unico criterio utile per le scelte, perché a Modena abbiamo ottenuto il 44,89% e in città sfiorato il 49%, ma così non si va lontano. Quello che so è che abbiamo guadagnato oltre il 5% rispetto alle Europee di giugno frutto di uno straordinario lavoro di partito e dei nostri candidati".
Con un presidente romagnolo, l’Emilia in giunta può giocare la parte del leone?
"A de Pascale tutti riconoscono statura politica ed equilibrio. Non penso che ci sarà una questione di campanile tra la Romagna e l’Emilia".
Il sindaco Lepore ha ribadito la centralità del capoluogo anche in vista del governo regionale. Che cosa ne pensa?
"È giusto che il sindaco di Bologna rivendichi ruoli e funzioni per la sua città. Ed è bene che lo facciano anche Modena, Reggio Emilia e così via. La direzione provinciale dem di Modena lo ha ribadito al segretario regionale Tosiani. Ma la vera centralità sarà in capo al governo di Viale Aldo Moro. Spetterà a Michele e alla sua squadra governare la nuova stagione mettendo in pratica gli impegni assunti per rispondere agli interessi delle nostre comunità".
De Pascale ha 39 anni e vorrebbe una giunta dove ’la quota millennial’ sia rappresentata. Condivide?
"De Pascale ha dalla sua anche una grande esperienza come sindaco e presidente nazionale dell’Upi. Accanto a un necessario rinnovamento sono sicuro che si terrà conto delle capacità amministrative e di direzione che gli eletti, e non solo, hanno dimostrato fino a qui".
Qual è, infine, il ruolo delle correnti in questa partita?
"Il Pd è un partito plurale che ha ritrovato una fisionomia chiara per le battaglie che ha fatto e le idee che ha sostenuto in Parlamento e nel Paese, e per la sua vocazione testardamente unitaria che la segretaria Elly Schlein e il presidente Stefano Bonaccini hanno ben rappresentato. Continueremo ad esserlo anche nella nuova giunta. De Pascale ha dimostrato di essere in piena sintonia con questo spirito".
Rosalba Carbutti