Un imprenditore che tenta di corrompere in flagranza i finanzieri offrendo 70 mila euro in contanti sui quasi 800 mila successivamente scoperti tra travi del tetto e attrezzi agricoli. Diciassette milioni di euro sui 90 totali frutto di evasione riciclati con l’acquisto di fiches ai casinò di Venezia, Campione d’Italia, Sanremo e Saint Vincent. Ma soprattutto un giudice tributario pagato per aggiustare sentenze del complesso meccanismo di frode fiscale scoperto dalla Guardia di Finanza di Brescia e smantellato ieri con quattro arresti ai domiciliari che hanno riguardato anche un consulente fiscale, che nei processi fiscali difendeva un imprenditore davanti allo stesso giudice. Ha un profilo criminale raffinato la super truffa azzerata dalle Fiamme Gialle con 34 perquisizioni locali presso le aziende coinvolte, tra cui una a Modena. Tutto è nato da un controllo fiscale svolto dalle Fiamme Gialle nel mese di agosto 2019 nei confronti di una ditta bresciana, evasore totale per le annualità dal 2013 al 2019, che risultava aver emesso false fatture per circa 12 milioni di euro nei confronti di numerose imprese del nord Italia. La successiva analisi dei flussi finanziari della rete di società coinvolte, ha messo in luce un articolato sistema di frode che prevedeva il mascheramento della provenienza illecita degli introiti dell’evasione fiscale e che si avvaleva, appunto, del giudice.
CronacaGiudice nei guai, qui una perquisizione