
Il nuoto paralimpico è nuoto a tutti gli effetti, praticato da atleti disabili.
Sono inseriti tutti gli stili e in riferimento alle caratteristiche di ciascun nuotatore. Questa disciplina insieme agli altri sport, è stata protagonista dei primi Giochi Paralimpici nati nel 1960 a Roma.
L’ente che si occupa a livello internazionale della sezione nuoto è l’IPC swimming (comitato paralimpico internazionale).
In Italia in particolare troviamo la FINP per la disabilità fisica e la FISDIR per la disabilità intellettiva.
Il regolamento adottato è quello del nuoto per normodotati fatta eccezione per alcuni ’strumenti compensativi’ specifici da utilizzare in gara al fine di rendere possibile la competizione:
- Gli accompagnatori degli atleti che si occupano della loro sicurezza, devono essere sempre
disponibili.
- Il ’tapper’ è una delle figure più importanti durante la gara di un nuotatore cieco o ipovedente.
Con l’utilizzo del tapping, infatti, si avvisa l’atleta durante la gara, del suo avvicinarsi alla fine della vasca, ad ogni arrivo e virata.
Questo avviso viene dato tramite un tocco sulla testa, spalla o schiena utilizzando un’asta con all’estremità una pallina in gommapiuma.
Il nuoto è uno sport che sviluppa abilità trasversali molto importanti per la crescita personale, in particolare per atleti con disabilità: la concentrazione; la precisione; la fiducia in se stessi; la gestione della fatica (per imparare a nuotare e ottenere risultati, devi far fatica); la gestione dell’ansia (come sport individuale, sei responsabile di ciò che fai).
Nel nuoto l’atleta è da solo col suo fisico, non ha ausili di nessun tipo ed è costretto a superare ’l’imbarazzo’ del costume. Questo gli permette quindi di poter acquisire una grande sicurezza in se stesso e alla fine la disabilità lascia il posto alla normalità.
Approfondimento a cura di Paolo Troni, alunno
di terza media
della Scuola Sacro Cuore
di Carpi