E’’ una di quelle storie ‘dimenticate’, difficile da scovare persino negli archivi. A riportarla alla luce è stato Marco Montipò, giovane ricercatore reggiano con la passione per la Grande guerra che un giorno, spulciando tra scritti e documenti, si è imbattuto in un personaggio suo omonimo che ha attirato la sua attenzione: Gino Montipò, nato a Casalgrande ma cresciuto a Sassuolo. Non un semplice militare ma un marinaio eroe di guerra, scoprì il ricercatore che decise così di dedicargli un libro intitolato ’Gino Montipò, il filibustiere del Carnaro’. Il testo, presentato ieri mattina presso la Fondazione San Carlo alla presenza di autorità cittadine e militari, vuole raccontare la vita di questo marinaio cresciuto nell’entroterra emiliano che finì per essere protagonista di temerarie azioni di guerra nell’Adriatico, tra le quali la ’Beffa di Buccari’, l’incursione della Regia Marina contro le flotte austro- ungariche avvenuta nella notte tra il 10 e l’11 febbraio 1918 nella baia di Buccari (oggi Croazia), resa famosa anche per la presenza del poeta Gabriele D’Annunzio . Non fu un successo vero e proprio dal punto di vista militare (le navi nemiche non riportarono alcun danno), tuttavia l’incursione in un porto impenetrabile come quello di Buccari ebbe l’effetto di risollevare il morale dell’Italia messo a dura prova dalla sconfitta di Caporetto di alcuni mesi prima. Un pagina di storia dove emerge la figura di questo modenese soprannominato da D’Annunzio il ‘filibustiere del Carnaro’ per la sua preparazione il suo coraggio. "Era un uomo semplice con un grande spirito di servizio che non utilizzò il suo eccezionale curriculum per la carriera personale – spiega l’autore – Fu pluridecorato nella prima e la seconda guerra mondiale ma rifiutò incarichi ministeriali per stare vicino alla sua terra". Gino Montipò entra infatti in pieno nella storia della città poiché dal 1922 al 1947 fu comandante dei vigili urbani di Modena. "Per Modena è stato un personaggio di fondamentale importanza – ha sottolineato Giulio Verrecchia, dell’associazione studi militari Emilia Romagna – non solo per il suo ruolo come comandante dei vigili urbani ma anche come miltare, perché fu precusore delle navi d’attacco Mas con le quali furono svolte numerose azioni nell’Adriatico". La presentazione del libro ha coinciso con i cento dell’Associazione nazionale marinai d’Italia. "Noi abbiamo lo scopo di ricordare tutti – ha detto il presidente nazionale Anmi Pierluigi Rosati – anche tutti coloro che hanno sacrifictao la loro vita per la patria e che sono poco noti".
Emanuela Zanasi