EUGENIO TANGERINI
Cronaca

Giacobazzi, l’annuncio choc: "Non sarò più coordinatore, ma rimango in Forza Italia. Candidato deciso a tavolino"

Lo sfogo dell’esponente azzurro: "Qualcuno ha stabilito che è meglio perdere, ma con propri uomini. Per me le persone vanno scelte in base al loro valore, non per le percentuali dei partiti".

Giacobazzi, l’annuncio choc: "Non sarò più coordinatore, ma rimango in Forza Italia. Candidato deciso a tavolino"

Giacobazzi, l’annuncio choc: "Non sarò più coordinatore, ma rimango in Forza Italia. Candidato deciso a tavolino"

Il tono della voce è pacato, l’espressione del viso trasmette più amarezza che rabbia. Ma la scelta che Piergiulio Giacobazzi annuncia ai giornalisti, dopo una notte probabilmente insonne, è dirompente: "Oggi è una giornata particolare: mi dimetto da coordinatore provinciale di Forza Italia". Non può prendersi, spiega, la responsabilità di quello che ritiene un grave errore politico. "Ora che è saltata la mia candidatura nel capoluogo, il partito non ha praticamente più candidati sindaci sul territorio. Modena è rimasta molto penalizzata da una trattativa a scacchiera che ha coinvolto anche realtà fuori provincia. Questo risultato apre una prateria al centro per le liste civiche e rischia di disorientare i nostri elettori, con pesanti effetti negativi sul voto". Giacobazzi ha già comunicato la sua decisione ai vertici regionali del partito e assicura che non farà marcia indietro. A un certo punto ha perfino staccato il cellulare bollente, dopo due giorni di telefonate e messaggi. Che cosa farà adesso? Abbandona la politica? Medita un’improbabile lista civica? Niente di tutto questo.

"Sono un liberale, moderato e di centro. Per me Forza Italia è un grande amore e un grande limite. Non da oggi, ma da trent’anni. Ho ricevuto molte proposte, ma anche se non condivido le scelte fatte resto a disposizione del partito, nel caso che voglia candidarmi per il Consiglio comunale a Modena. Prima, però, ho bisogno di un chiarimento, anche dai vertici nazionali. Non nascondo che sono in forte difficoltà: faccio fatica a rimanere in un contenitore dove c’è una destra molto forte e un centro così debole. Serviva più coraggio nelle trattative, soprattutto a livello locale".

Già, ma cosa è accaduto dietro le quinte? "Hanno deciso a Roma martedì all’ultimo minuto, dopo un lungo periodo di tira e molla in cui non è mai esistita realmente l’ipotesi di una candidatura civica a sindaco di Modena. I dirigenti di Fratelli d’Italia hanno ragionato da partito egemone e in una direzione unica: avevano già in testa di indicare un proprio nome. A me questo modo di fare politica va stretto. Non dimentico che il presidente Berlusconi è sempre partito dalle persone, non dalle percentuali". Ma Giacobazzi, in queste settimane, dov’era?

"A metà dicembre mi sono trovato dall’oggi al domani candidato sindaco per Forza Italia. Non posso definirla una decisione del tutto concertata, comunque ho accettato la sfida. Avevo l’appoggio di buona parte del centro-destra, ma ho partecipato molto parzialmente alle trattative: da candidato, non volevo sedere ai tavoli in conflitto di interesse. Intanto altri correvano a Roma a perorare la propria causa". Alla fine l’ha spuntata Luca Negrini, in quota Fratelli d’Italia, come candidato sindaco del centro-destra unito. Si rompe un’amicizia? "Ma no. Lo stimo ed è una degnissima persona. Sabato però non andrò alla sua presentazione pubblica".

C’è un aspetto, in particolare, che non va giù all’ormai ex coordinatore azzurro: "Modena – spiega Giacobazzi – ha finito per fare da contrappeso a Reggio Emilia, dove è ancora da dimostrare che il civico Tarquini sia ascrivibile a Forza Italia, e a Sassuolo, dove l’hanno spuntata i leghisti con il sindaco uscente Menani. Non si è considerato che proprio qui, in città, la sfida era più importante. Dall’altra parte c’è un candidato forte come Mezzetti, che sposta l’asse ancora più a sinistra: per questo era necessario non contrapporre una scelta completamente di destra". Ora, in qualche modo, è tempo di bilanci. Dieci anni da coordinatore provinciale e dodici da consigliere comunale (di cui cinque come capogruppo a Modena), ma la storia inizia molto prima. "Ho iniziato a 14 anni – ricorda Giacobazzi – difendendo Berlusconi dalle critiche del professore di storia e filosofia. Credo di essermi guadagnato sul campo la possibilità di commentare l’esito sbagliato di un percorso". E qual è il commento? "Si preferisce perdere con propri uomini, guardando già alle future regionali, piuttosto che fare sintesi oggi su un candidato civico, o di un partito più piccolo, per tentare di vincere". Ogni riferimento a Fratelli d’Italia è puramente voluto.