REDAZIONE MODENA

Fusioni parrocchiali . Pavullo e Lama Mocogno, unificate alcune comunità

Il vescovo Castellucci: "Molte zone montane si sono spopolate. Le chiese incorporate non perdono la loro grande importanza".

L’arcivescovo di Modena, Nonantola e Carpi mons. Erio Castellucci

L’arcivescovo di Modena, Nonantola e Carpi mons. Erio Castellucci

L’arcivescovo Erio Castellucci ha annunciato la fusione di alcune parrocchie delle unità pastorali Pavullo centro, Pavullo sud e Lama Mocogno. Le comunità San Bartolomeo Apostolo a Pavullo e Santi Vincenzo e Anastasio Martiri a Monteobizzo verranno unificate dando vita alla parrocchia Santi Bartolomeo Apostolo, Vincenzo e Anastasio con sede a Pavullo. Le comunità dell’unità pastorale di Pavullo sud saranno unificate in un’unica parrocchia: Santi Apostoli a Verica. Le nuove parrocchie, che si trovano a Pavullo, saranno guidate dall’attuale parroco di San Bartolomeo Apostolo don Antonio Lumare, di 46 anni. Monsignor Castellucci ha inoltre annunciato l’unificazione delle parrocchie di Barigazzo, Mirasole, Mocogno, Montecenere, Sassostorno e Vaglio con la Parrocchia di Lama Mocogno. Assumerà l’incarico di parroco don Andrzej Jozefow, classe 1981 e ordinato nel 2007 nella diocesi polacca di Legnica. Per l’arcivescovo, le fusioni annunciate rappresentano "una tappa importante del cammino avviato in Diocesi nel novembre del 2015" che consiste nella "verifica e revisione del rapporto tra parrocchie, territori e ministeri". Sulle motivazioni di tale percorso, monsignor Castellucci ha spiegato che "la configurazione delle nostre comunità, come sappiamo bene, è notevolmente cambiata: molte zone montane si sono spopolate, le periferie delle città si sono addensate, nei centri storici gli abitanti sono pochi, mentre abbondano i servizi e la campagna modenese, specialmente la Bassa, in seguito al terremoto del 2012 si va riassestando su numeri comunque inferiori al periodo precedente". Monsignor Castellucci ha infine sottolineato che "le Chiese incorporate non perdono la loro parrocchialità" ma il parroco, i diaconi e i loro collaboratori sono tenuti a "valorizzare, nelle debite forme pastorali, esigenze e richieste dei fedeli" al fine di esprimere "in tutti i modi possibili la materna vicinanza della Chiesa".