Un inno alla capacità di superare i propri limiti e di accettare la vita, con le sue ferite e la sua imprevedibile bellezza. E al tempo stesso anche un viaggio nella musica dei primi anni Novanta. Questo (e molto altro) è al centro di ‘L’ultimo tornado’ (edizioni corsare), il nuovo libro di Alberto Bellini, modenese classe 1978, cresciuto a pane, musica indie e Sundance Film Festival, nutrendosi di storie, di atmosfere e di personaggi che continuano ad accendere la sua immaginazione.
Alberto chi è la protagonista del nuovo romanzo?
"Mag, che ha quasi sedici anni e si è dovuta trasferire da Montreal a Cedarville, una insignificante cittadina dell’Alabama periodicamente colpita dai tornado. Suo malgrado vive con Emma, la sua ‘ex madre’ che l’aveva abbandonata quando aveva nove anni, ed Ethan, il suo nuovo marito, pastore di una setta convinta che la fine del mondo sia imminente".
Perché ha scelto Mag?
"E’ una ragazzina che si trova in una condizione sfortunata, un po’ richiama le figure degli orfani di Dickens. Svantaggiata sia a livello fisico (ha una protesi alla gamba destra a seguito di un incidente) che di contesto sociale, opprimente. Al di là della condizione complessa in cui si trova, Mag è però una ragazza in crescita, alla ricerca della sua identità, che bisogno di uscire dall’isolamento, non essere costretta a respirare quell’atmosfera opprimente, di farsi degli amici veri, di condividere la sua storia e trovare conforto nell’ascolto e nella comprensione di chi la circonda".
Com’è nata questa ambientazione?
"Da una mia passione personale: le ambientazioni, il cinema e la narrativa nord-americana degli anni Novanta mi hanno sempre affascinato. In questo romanzo ho dato libero sfogo a un immaginario che amo e con il quale sono cresciuto. Da adolescente, amavo la musica e i film indipendenti, che raccontavano storie di provincia, intrise di solitudine e voglia riscatto. Ho voluto riprendere quelle suggestioni che mi hanno accompagnato, la narrativa de ‘Il giovane Holden’ di Salingerm che da sempre fa parte del mio immaginario".
Il tema della fuga: anni Novanta2023. E’ sempre attuale?
"Sì. La fuga può riferirsi a tante cose. Nel mio romanzo, ha una dimensione fisica, data dalla mancanza di alternative (amici, interessi condivisi, social network che in alcuni casi rendono l’isolamento più tollerabile). La solitudine è un male particolarmente pesante durante l’adolescenza e il tema della fuga è una costante in quella età in cui si inizia a prendere coscienza di sé e al tempo stesso si è più critici verso la propria persona".
Amicizia, amore, ma anche la musica ha il suo ruolo nel libro…
"Esatto… A ogni capitolo e` infatti abbinata una canzone da ascoltare insieme a Mag. La playlist ‘L’ultimo tornado’ si può ascoltare su: albertobellini.it".
Maria Silvia Cabri