Frode alla sanità pubblica: tre arresti. Maxi sequestro a una coop sociale

Modena: secondo le accuse il sodalizio vinceva appalti ma non era poi in grado di fornire i medici agli ospedali

La finanza ha indagato su una cooperativa sociale. Tre persone sono accusate di turbativa d’asta negli appalti nel settore sanitario

La finanza ha indagato su una cooperativa sociale. Tre persone sono accusate di turbativa d’asta negli appalti nel settore sanitario

Modena, 20 luglio 2024 – “Non paga le persone, approfitta degli altri, non paga nessuno", scrivevano su un forum. Nel 2021 c’era chi già denunciava la situazione, spiegando come quella cooperativa non riuscisse a garantire la presenza di medici nelle postazioni del 118, dopo essersi aggiudicata l’affidamento esterno del servizio e senza quindi rispettare gli impegni assunti.

E’ scoppiato ora lo scandalo su una cooperativa sociale di Sassuolo che, appunto, partecipava a bandi di gara per la fornitura di personale medico ed infermieristico a strutture ospedaliere ed aziende sanitarie pubbliche di varie regioni italiane per poi venir meno a qualsiasi impegno assunto.

A scoperchiare il vaso di Pandora sono state le Fiamme gialle, che hanno assicurato alla giustizia un sodalizio criminale dedito alla turbativa d’asta negli appalti nel settore sanitario.

I militari hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale, nei confronti di tre uomini gravemente indiziati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei reati di turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture ed autoriciclaggio, nonché il decreto di sequestro preventivo emesso d’urgenza dalla Procura fino a un importo complessivo di circa quasi 4 milioni di euro.

L’inchiesta nasce a seguito di un’indagine, condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Modena, dopo un controllo delle Fiamme gialle nei confronti della cooperativa sociale in questione, con sede a Sassuolo.

Dagli accertamenti, infatti, erano emersi elementi indiziari in merito all’esistenza di un sodalizio criminale dedito alla turbativa d’asta negli appalti nel settore sanitario. I tre indagati amministravano tre imprese distinte, ma sostanzialmente collegate e gestite da un unico centro decisionale, che venivano utilizzate contemporaneamente per partecipare a bandi di gara per la fornitura di personale medico ed infermieristico a strutture ospedaliere ed aziende sanitarie pubbliche di varie regioni italiane (Emilia-Romagna, Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Marche, Lazio e Molise), presentando offerte coordinate tra di loro in modo da assicurarsi la vittoria e comunque falsando la concorrenza e presentando offerte che allegavano anche, se richieste, liste di medici che, in realtà, non collaboravano con le predette società ed in taluni casi neppure sapevano di essere stati inseriti in quelle liste.

Ottenuta l’aggiudicazione, le imprese spesso non erano in grado di garantire le prestazioni previste nel contratto, causando gravi criticità alla funzionalità delle strutture o impiegando i pochi medici disponibili in più turni lavorativi consecutivi o inviando medici non in possesso dei requisiti richiesti, causando situazioni di pericolo per i pazienti.

In rete sono diversi i forum in cui si contestano alla ‘mente’ del gruppo, ovvero colui che è a capo della cooperativa sassolese, decine di violazioni e sfruttamento del lavoro. Il caso della ‘Coop Fantasma’ era stato seguito in passato anche da fuori dal coro. Già nel 2022, infatti, l’azienda sanitaria regionale del Molise aveva fatto ricorso alla coop per coprire vuoti in organico ma, in realtà, si era vista arrivare e a partita Iva professionisti in pensione e giovani laureati che avrebbero fatto turni anche di 60 ore no stop.

Su circa 710mila euro oggetto del sequestro grava anche l’ipotesi di autoriciclaggio: infatti le somme sarebbero state trasferite ad altra società, amministrata di fatto dai medesimi indagati, ed in parte confluite su conti correnti esteri della Repubblica Lituana allo scopo di renderle non rintracciabili. Sono poi state sequestrate disponibilità finanziarie, quote societarie e auto di grossa cilindrata, per un valore di circa 300mila euro.

r.m.