REDAZIONE MODENA

Focus carcere in Consiglio: "Il sovraffollamento è il problema da risolvere"

Il direttore del Sant’Anna: "La gestione non è facile in queste condizioni. L’istituto ha ormai 35 anni, il padiglione più vecchio ha difetti strutturali"

Il Consiglio comunale in assemblea

Il Consiglio comunale in assemblea

Modena, 12 novembre 2024 – Said è un semilibero, esce al mattino e torna nel primo pomeriggio. È detenuto al carcere di Sant’Anna da cinque anni e denuncia il sovraffollamento che c’è. Ma Said è uno dei "fortunati", perché è uno dei pochi (una trentina in tutto) che ha la possibilità di lavorare fuori, in una cooperativa: "un’esperienza che – afferma – mi ha cambiato la vita". Con un permesso speciale ha potuto prolungare il suo tempo fuori dal carcere e ha portato la propria testimonianza in occasione della seduta del Consiglio comunale di ieri, dedicata alla Casa Circondariale di Modena Sant’Anna.

Ad aprire i lavori è stato il presidente del Consiglio Antonio Carpentieri, che ha introdotto gli interventi del sindaco Massimo Mezzetti, del direttore della Casa circondariale di Modena Orazio Sorrentini, di padre Giuliano Stenico, della garante comunale dei diritti delle persone private della libertà personale Giovanna Laura De Fazio e, appunto, di un detenuto. Presenti alla seduta diverse autorità civili e militari. Sul tema è stata discussa anche una mozione presentata da Pd, Alleanza Verdi-Sinistra, Spazio Democratico, Movimento 5 stelle, Modena Civica, Pri-Azione-Sl, Forza Italia.

Il presidente Carpentieri ha ricordato il percorso intrapreso dall’Assemblea che ha visto la visita dei consiglieri alla Casa Circondariale, una prima commissione di approfondimento e la seduta consiliare. In particolare, Carpentieri ha evidenziato l’importanza dell’umanizzazione del carcere, non solo come questione etica ma anche di giustizia, sicurezza sociale e civiltà. Il presidente ha quindi sottolineato che, come organo che rappresenta la città, il Consiglio deve lavorare affinché le strutture penitenziarie possano fornire ai detenuti strumenti concreti di riscatto e reinserimento, mentre chi ci lavora deve essere messo nelle condizioni di svolgere il proprio compito con serenità e professionalità.

Il sindaco Massimo Mezzetti, che a sua volta si è recato in visita al carcere nei giorni scorsi, ha ricordato la rivolta che scoppiò nel marzo 2020 e ha richiamato il costante problema del sovraffollamento carcerario a Modena e in Italia, con 550 detenuti a fronte dei 372 posti presenti al Sant’Anna. Il sindaco ha quindi sottolineato che il carcere in Italia non sta funzionando, che produce recidiva e non garantisce i diritti sia dei detenuti sia di coloro che vi lavorano, e la giustizia si deve basare su una pena certa e sul diritto a un corretto reinserimento nella società. Il direttore della Casa circondariale Sorrentini ha evidenziato la difficoltà di dirigere un carcere "ancor più quando è afflitto da varie carenze e quanto più c’è sovraffollamento; un problema comune a quasi tutte le carceri italiane. Il carcere di Modena – ha proseguito – ha 34-35 anni e, dei due padiglioni, quello vecchio ne dimostra anche di più, in quanto presenta difetti strutturali legati alla sua vetustà: la decisione di destinare risorse al carcere è una scelta politica che va fatta ai più alti livelli". Sorrentini ha inoltre sottolineato che il recupero e il reinserimento di un detenuto non dovrebbe essere un tema divisivo, e che occorre creare più opportunità.

Per Padre Giuliano Stenico "un carcere punitivo non è civile né umano" sottolineando sovraffollamento e isolamento che creano disagi. A concludere, la garante De Fazio si è soffermata sul diritto all’affettività dei detenuti.