REDAZIONE MODENA

Fiabe in arabo per l’integrazione

Castelvetro, iniziativa inedita in biblioteca. Letture in italiano con traduzione simultanea in altre lingue

«C’era una volta una bambina che si chiamava Cappuccetto Rosso» si può tradurre in tutte le lingue del mondo. In arabo, ad esempio. Ed è ciò che accadrà tra dieci giorni in biblioteca a Castelvetro, dove alcune volontarie, davanti a un nutrito gruppo di bimbi, daranno vita a un esperimento che da queste parti non ha precedenti. Letture di fiabe a più voci che quasi in simultanea – un capoverso alla volta, prima in italiano e subito dopo ripetuto in un’altra lingua – regaleranno alla giovanissima platea entrambe le versioni.

Il progetto, poi sostenuto dall’amministrazione comunale, è nato da un’idea maturata proprio tra le volontarie della biblioteca. Che un paio di mesi fa al parco San Polo hanno provato, con successo, a coinvolgere un gruppo di mamme della comunità magrebina locale, organizzando un evento ’pilota’ che ha convinto un po’ tutti: bimbi, genitori e lettrici.

«I primi contatti con le mamme di origini nordafricane – ha spiegato ieri l’assessora Giorgia Mezzacqui – sono nati spontaneamente quando abbiamo organizzato al bocciodromo un incontro di ’scambio culinario’, durante il quale abbiamo preparato e cucinato insieme cous-cous e tortelloni, insegnando ognuno le proprie tradizioni agli altri. Così, anziché parlare sempre delle differenze che separano le varie culture, si è iniziato invece a ragionare sulle cose che abbiamo in comune. Sulle fiabe, ad esempio, che molto spesso sono identiche in diverse parti del mondo. Al massimo c’è qualche variazione narrativa dovuta al contesto, ma gli elementi portanti di ogni storia e la morale finale alla fine sono universali. Il veicolo perfetto per favorire l’integrazione in modo del tutto naturale, senza alcuna forzatura».

Così il primo appuntamento con ’Letture senza confini’ è stato fissato per sabato 23 novembre si comincia alle 10 di mattina in biblioteca, ovviamente ad ingresso libero. Per l’occasione la ‘seconda voce’, affidata a volontarie madre lingua, sarà appunto in arabo. Ma nelle settimana successive la stesso esperimento verrà declinato in inglese, tedesco, francese e, forse, cingalese.

«Vogliamo dare lo stesso spazio a tutti gli idiomi presenti sul nostro territorio – ha aggiunto la stessa Mezzacqui – e l’intento, oltre all’integrazione, è anche quello di far conoscere più a fondo alle comunità straniere un luogo come la biblioteca, fondamentale per la coesione sociale. Non nascondo che prima dell’incontro ’pilota’ di due mesi fa ci fosse qualche dubbio sul pieno coinvolgimento dei bimbi durante la lettura nella lingua che non conoscono, ma ogni perplessità quel giorno è stata spazzata via. I piccoli spettatori che conoscevano solo l’italiano erano rapiti dalla musicalità della lingua araba. Noi adulti siamo spesso spaventati dalle differenze, da ciò che non capiamo o che non conosciamo. Nei bimbi, invece, le stesse cose stimolano la curiosità. Dobbiamo lavorare su questo. E non è un caso che per le comunità straniere stiamo preparando anche una visita al Museo del Vino e della Società rurale ’Rosso Graspa’, nel castello di Levizzano. Sarà un’occasione in più per far conoscere loro la nostra storia, le nostre tradizioni. Saper accogliere non significa rinunciare alla propria identità, anzi. Voler capire un’altra cultura e convidere la propria non ci rende meno italiani o meno castelvetresi. Anzi, è esattamente il contrario».

Valerio Gagliardelli