Il Palazzo Ducale di Sassuolo, di proprietà dello Stato con la gestione delle Gallerie Estensi, chiuso al pubblico e utilizzato per un evento privato a pagamento?
E’ quanto asserisce Italia Nostra Modena che riferisce di una festa di nozze nella seicentesca reggia ducale affrescata avvenuta sabato primo ottobre scorso.
Un evento che avrebbe ’occupato’ le sale non in orario di chiusura serale, ma appunto inibendo il normale accesso ai turisti. "Il Palazzo Ducale di Sassuolo – scrive Italia Nostra Modena – per tutta la giornata del primo ottobre è stato chiuso al pubblico. Il bene culturale è stato sottratto alla pubblica fruizione cui è destinato, e l’istituto culturale non ha espletato il suo servizio di museo.
Anche i musei statali cui sia stata riconosciuta speciale autonomia, come le Gallerie Estensi, sono necessariamente soggetti all’ordinario esercizio della tutela e dunque non sono sottratti alla verifica della Soprintendenza sulla compatibilità dell’uso individuale con il carattere storico e artistico del bene culturale. E’ vero che il Codice dei beni culturali contempla anche ‘l’uso individuale di beni culturali appartenenti allo Stato’, ma ‘per finalità compatibili con la loro destinazione culturale’".
Per molte ore, dunque, invece dei visitatori quel sabato si sarebbero accomodati nelle bellissime sale pubbliche i soli invitati alla festa di nozze.
Si vocifera anche di trampolieri e acrobati. La concessione per l’uso degli spazi per eventi privati spetterebbe alla direttrice delle Gallerie Estensi Martina Bagnoli, dalla quale ad oggi non sono arrivate repliche sul fatto contestato.
A parlare è il sindaco di Sassuolo Gian Francesco Menani: "La vicenda non riguarda il Comune – dice il primo cittadino – perché il Palazzo Ducale è dello Stato. Noi concediamo, anche quando ci sono matrimoni nella vicina chiesa, l’occupazione di suolo pubblico di piazzale Della Rosa per una porzione da adibire a parcheggio temporaneo.
Ricordo che al Ducale c’è già stata qualche cena di imprenditori, per la verità non molte perché immagino che l’affitto costi varie migliaia di euro".
Stefano Luppi