MARIA SILVIA CABRI
Cronaca

Festa del Racconto Chiara Valerio e la verità

Alle 21 al teatro comunale di Carpi in piazza Martiri l’incontro con l’autrice di ’Chi dice e chi tace’: "Chi preferisco? Dipende dalla situazione"

Chiara Valerio sarà questa sera alle 21 alla Festa del Racconto (Sciacovelli)

Chiara Valerio sarà questa sera alle 21 alla Festa del Racconto (Sciacovelli)

‘Chi dice e chi tace. La verità a costo della verità’: prende spunto dal titolo dell’ultimo libro di Chiara Valerio, scrittrice, matematica e editor, l’incontro di stasera alle 21 al teatro comunale di Carpi in piazza Martiri, nell’ambito della Festa del Racconto. In ‘Chi dice e chi tace’ (con cui è stata finalista al Premio Strega) niente rimane fermo, le passioni, le inquietudini, le verità e gli enigmi, i silenzi del presente e il frastuono del passato. Ne parlano l’autrice e il premio Campiello Simona Vinci.

‘Chi dice e chi tace’: lei chi preferisce Chiara?

"Dipende dalla situazione. Uno dei miei personaggi preferiti della letteratura è il Conte Mosca ne ‘La certosa di Parma’ di Stendhal che quando deve dire una cosa la tace perché gli intelligenti la capiscono comunque e quelli che intelligenti non sono non la capirebbero comunque. Ma non sono al livello del Conte Mosca, non so se ci arriverò mai e dunque le rispondo ‘dipende dalla situazione’".

Che importanza dà al silenzio? "Ci passo molte ore insieme. Da sola o col mio gatto, o anche passeggiando con gli amici cari. Ascolto i rumori non umani, mi ascolto respirare, ascolto respirare gli altri. Non mi piace il silenzio come mancata risposta, ma come possibilità di ascoltare più che di parlare mi è sempre piaciuto. Poi, come lo zero assoluto, il silenzio assoluto non mi pare che possa esistere nell’umana scala di grandezza".

C’è chi ha visto in Vittoria la proiezione della Murgia... "Ognuno nei libri ha diritto di vederci ciò che vuole. Michela diceva tutto e Vittoria niente, basterebbe questo. Michela, come ridevamo sempre, e come lei stessa ha scritto e detto più volte, non era in grado di far crescere nemmeno un cactus. Temo, inoltre, per come ho conosciuto Michela, che Vittoria non le sarebbe piaciuta. Ma è inutile enumerare eccezioni, ognuno nei libri che legge ha il diritto di vederci quello che gli pare". Sempre ricorre il legame con la sua città, Scauri: nostalgia? "Ci torno spesso e non c’è alcun impedimento a tornare se non il mio viaggiare tra Roma e Venezia, settimanalmente e ormai da sette anni, dunque no, non ho nostalgia, ho solo curiosità".

Michela Murgia: cosa ha imparato da lei?

"A conservare i brodi di pesce per cucinare la fregola. A non diffidare dei social, anzi, di imparare gli strumenti più avanzati della comunicazione. A non pensare che ciò che è facile per uno, lo sia per tutti. A suonare al campanello di un amico, presentandosi sempre con un altro nome".

Il suo discorso al funerale... Cosa l’ha ispirata?

"Tutto quello che avevo letto e scritto fino a quel momento, tutta la matematica, dunque le forme, che avevo studiato mi è servito per scrivere quella pagina nei pochi minuti la mattina, prima del funerale".