NICOLA BONAFINI
Economia

Ferrovie, bloccati i treni merci dalla Germania: "Ceramiche a corto di argilla: si rischia la crisi"

Il vagone deragliato a Parma ha causato lo stop ai trasporti di materie prime. Varie ripercussioni sul distretto: "La linea va ripristinata in fretta"

Fermi i treni di argilla dalla Germania: pesanti ripercussioni su tutto il comprensorio ceramico

Fermi i treni di argilla dalla Germania: pesanti ripercussioni su tutto il comprensorio ceramico

Sassuolo (Modena), 19 luglio 2024 – Il comparto ceramico modenese e reggiano in grave difficoltà. La causa? Il treno deragliato a Parma, l’11 luglio scorso: dopo una settimana, il traffico merci è ancora fermo ‘paralizzando’ lo scalo ferroviario di Dinazzano (Reggio Emilia) e l’approvvigionamento di argilla dalla Germania.

Riavvolgendo il nastro dei disagi, giovedì scorso l’ultimo vagone di un convoglio porta container di proprietà di una ditta straniera è uscito dalla sua sede di percorrenza. A fronte di qualche ferito lieve (le conseguenze potevano essere molto più gravi), i disagi per il traffico ferroviario – passeggeri e merci – sono stati, e sono tuttora, innumerevoli. Soprattutto perché la Procura della Repubblica di Parma, nell’aprire un’inchiesta sull’accaduto, ha posto sotto sequestro il vagone e il binario interessato. Bloccato ancora oggi.

"Il settore ceramico potrebbe entrare in crisi, le disponibilità di materie prime non superano i 10/15 giorni di stoccaggio come media generale. Abbiamo bisogno che questa linea ritorni in funzione in fretta" spiega Mario Roncaglia, presidente della Commissione Materie Prime e Trasporti di Confindustria Ceramica. Ci sono criticità in essere e potenziali con aziende che potrebbero anche essere costrette a fermare la produzione, da qui l’appello alle istituzioni e alla politica affinché venga mantenuta alta l’attenzione, "e si intervenga il prima possibile".

Va considerato che, non appena sarà dissequestrato il binario, serviranno almeno 5 giorni, una settimana lavorativa, per ripristinare la tratta. E al momento non ci sono garanzie di una ripartenza con notevoli ripercussioni anche per altri settori e aziende, dunque non solo la ceramica, coinvolgendo anche lo scalo di Marzaglia. L’asse nord-sud con la Germania è fermo.

"Il traffico merci è azzerato. Col rischio che l’attesa si prolunghi". A confermarlo è Francesco Anselmi, Amministratore delegato della GL&T Cargo, che ha sede allo Scalo di Dinazzano – snodo ferroviario fondamentale per tutta l’attività del comprensorio ceramico reggiano e modenese – che da 14 anni si occupa di spedizioni import-export di materie prime (argilla in particolare) e di prodotti finiti delle ceramiche della zona. "Nel 2023 abbiamo trasportato non meno di 625mila tonnellate di argilla dalla Germania, mercato di riferimento per questo tipo di materia prima, per le aziende ceramiche del Comprensorio – aggiunge Anselmi, a capo di un’azienda che nel 2023 ha fatturato 32 milioni di euro –. Quest’anno, per svariate ragioni, il numero sarà più basso".

Non ultimo, proprio il blocco della circolazione merci sulla tratta Dinazzano-Po: "Inizialmente lo sblocco era previsto per il 21 di luglio – prosegue l’Ad della GL&T Cargo –, ma al momento siamo fermi. Finché il magistrato non dà il ‘nulla osta’, di treni dalla Germania non ne arrivano. Quanto potrà durare? Ponendo che l’ok alla riapertura possa arrivare anche domani (oggi per chi legge, ndr), serviranno non meno di 5 giorni per il ripristino completo del binario danneggiato, salvo imprevisti. Quindi, se va bene, dobbiamo considerare almeno un’altra settimana di stop".

Un danno enorme in termini di fatturato per l’azienda stessa, stimato approssimativamente in 2.5 milioni di euro: "Ma qui il rischio, vero, reale, concreto, è che le ceramiche stesse fermino la produzione. Forse qualcuno non si sta rendendo conto dell’enormità del danno che si sta verificando", esclama Anselmi.

Insomma, all’appello mancano 4.000 tonnellate di argilla ‘tedesca’ al giorno per le nostre ceramiche: "E’ così. Anche perché, quei tre, quattro treni che arrivano da Ravenna con altro tipo di argilla, non sono la soluzione. E’ risaputo, infatti, che il processo produttivo delle ceramiche è molto particolare – spiega Anselmi –. Cambiando la tipologia di materia prima utilizzata, il prodotto finito presenta specifiche diverse, con tutte le problematiche del caso". Conseguenze, quelle del blocco alla circolazione merci, che pare stiano colpendo anche veri e propri colossi dell’industria italiana, come la Barilla.