MARIA SILVIA CABRI
Cronaca

Fabio Volo scava nel suo passato : "Adesso so prendermi i miei spazi"

Nel pomeriggio lo scrittore è al Bper Forum per presentare il libro ’Balleremo la musica che suonano"

Fabio Volo scava nel suo passato : "Adesso so prendermi i miei spazi"

Fabio Volo, scrittore, attore, conduttore televisivo e radiofonico

La storia di un ragazzo che non sentiva di trovarsi nel posto giusto, e così è andato a cercarsene un altro. "Ci deve essere uno spazio anche per me da qualche parte": così Fabio Volo, scrittore, attore, conduttore televisivo e radiofonico, introduce l’essenza del suo ultimo libro, ‘Balleremo la musica che suonano’ (Mondadori) che presenterà oggi pomeriggio alle 17.30 al BPER Forum di Modena. Nel romanzo, Volo abbandona la finzione narrativa per immergersi in una dimensione personale, offrendo al pubblico una riflessione sul tema della ricerca di sé, delle difficoltà incontrate lungo il cammino e del rapporto complesso con la famiglia.

‘Balleremo la musica che suonano’: come nasce il titolo?

"È una frase che ripeteva sempre mio padre, un detto popolare. Significa accogliere quello che succede e fare sempre il meglio con ciò che la vita ti dà. Io al tempo avrei voluto avere tutto sotto controllo, ogni cosa mi agitava, gli chiedevo ‘Papà come faremo a risolvere quel problema?’. Lui non si pre-occupava ma se ne occupava, ossia mi rincuorava dicendomi che avremmo fatto tutto nel migliore dei modi possibili".

Dai ‘passi ‘(‘Esco a fare due pass’, il suo promo libro), al ‘ballo’: come è il Fabio di adesso?

"Grazie agli insegnamenti di mio padre e a tante letture che ho fatto, di filosofia, specie orientale, ho imparato ad accettare le cose come vengono. Mio padre non aveva una particolare gioia nel vivere, non ho vissuto bene la felicità da bambino. Il percorso che ho fatto mi consente ora di potere ballare senza sentirmi in colpa. Aspetti ho visto mio figlio fuori dalla scuola, ‘ciao ti voglio bene, tanto, ciao, ciao’. Eccomi, dicevamo?".

La persona che lei è ora…

"Sono consapevole che il tempo passato è maggiore di quello che resta, quindi occorre riconoscerne valore, goderselo". "Ognuno ha il suo posto nel mondo e uno specifico motivo", lei afferma. Il suo posto qual è?

"Si nasce in un contesto sociale, culturale, spesso senza il diritto di prendersi lo spazio di cui si ha bisogno. Avevo sempre paura di disturbare, fuori sentivo sempre fuori luogo, insoddisfatto della mia vita e senza fiducia nel futuro, disilluso, considerando i sogni e desideri fuori dalla mia portata. Adesso mi sono preso il mio spazio e dico quello che penso della vita, perché, come diceva mio padre, ‘ci si deve vergognare solo di fare del male alle persone’".

Che ruolo hanno avuto i libri in tutto questo?

"Fondamentale. La ‘svolta’ è arrivata quando ho scoperto il potere della lettura, non più vissuta come un obbligo scolastico (odiavo la scuola), ma come mezzo di evasione che porta verso nuove possibilità. Le opere di autori come Hermann Hesse, Gabriel García Márquez, Jack London, Joseph Conrad mi hanno ispirano a guardare oltre la quotidianità e a credere in un futuro diverso. E tutto è nato quando Silvano Agosti è entrato nella panetteria dei miei, dove io lavoravo, e mi ha lasciato il suo libro da leggere…".