Riflettori di nuovo accesi attorno alla vicenda Mozarc-Bellco, di cui non è ancora stato scritto il capitolo finale. Dopo l’incontro a metà settembre al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) che ha scongiurato la perdita di posti di lavoro annunciati dalla proprietà statunitense a giugno (350 licenziamenti comprendendo i lavoratori interinali impiegati ndr), ieri la parti che compongono il "tavolo di crisi", presieduto in questa ultima occasione dal dottor Mattia Losegno, dirigente della Divisione VII del ministero, che si occupa di politiche per la risoluzione delle crisi di impresa, in sostituzione del ministro e della sottosegretaria incarica Fausta Bergamotto, impegnati entrambi nella vicenda Stellantis e per altre crisi, si sono ritrovate a Roma per valutare le proposte di piano industriale attese. Erano ufficialmente sei le realtà attive nel settore biomedicale che avevano a suo tempo espresso una manifestazione d’interesse per lo storico stabilimento mirandolese all’advisor Sernet, incaricato dalla proprietà di sondare se c’è qualche possibile acquirente, che scongiuri – come chiedono i sindacati – lo "spezzatino", garantendo una prospettiva ed una riconversione per questa azienda. Dalla ricerca condotta da Sernet figuravano anche tre proposte non vincolanti provenienti da realtà italiane (altre due attese per il 6 gennaio) ed è su queste, in particolare da una già presente nel Distretto di Mirandola, che si sono concentrati l’interesse e le speranze dei lavoratori e delle loro rappresentanze per una positiva evoluzione di questa crisi, che molti temono potrebbe segnare l’inizio di un declino di questo importante e fondamentale comparto produttivo, che è un fiore all’occhiello per l’Area Nord e per tutta l’economia italiana. Tra le maestranze, e anche da parte sindacale, si confida che l’incontro romano di ieri possa segnare una svolta nella vertenza e la definitiva uscita dal tunnel
Alberto Greco