Modena, 29 novembre 2024 – "È una zona che con l’arrivo di residenti e l’apertura del centro commerciale e della palestra prenderà vita a tutte le ore e i problemi di sicurezza saranno sicuramente più contenuti". Dopo l’aggressione in zona al medico specializzando di 28 anni da parte di una banda e la segnalazione di bivacchi e di atti vandalici nel parcheggio sotterraneo, cresce il timore che l’area ex Amcm, fuori dagli orari di programmazione di eventi e spettacoli, possa diventare terra di nessuno.
Tra i ‘padri’ della rigenerazione dell’area l’ex assessore Daniele Sitta, interpellato, riflette sul futuro della zona. Da quanto si apprende gli appartamenti sono stati venduti, si attende l’arrivo dei residenti. "L’apertura del teatro e il parco della creatività è stata la prima fase di un progetto che prevede l’insediamento di residenti nei condomini e l’apertura di esercizi commerciali fondamentali per il presidio della zona. L’ex Amcm sarà proprio l’esempio di come un’area vissuta è la soluzione migliore per arginare le cattive frequentazioni. La sicurezza deve essere garantita dalle forze dell’ordine quando vengono segnalati dei fatti specifici, ma la prevenzione più efficace è la presenza costante di cittadini e di un mix di attività di vario genere – in questo caso palestra, teatro, market – che migliorano la qualità del luogo perché la loro presenza continua, fin dal mattino, diventa un deterrente e allontana i malintenzionati".
Sitta nella sua attività amministrativa è sempre stato contrario all’idea di luoghi o parchi ’incontaminati’ rispetto alle attività, indicando proprio negli spazi ampi e abbandonati – come le aree verdi di medio-grande dimensioni (per esempio è il parco Novi Sad nelle ore notturne) – i focolai di micro-crimine e ghettizzazione. "Mi vengono in mente le polemiche intorno ai chioschi sui viali: chi ritiene che i parchi debbano essere ’salvaguardati’ e impermeabili a qualsiasi attività, chi viene disturbato dai ’rumori’ delle frequentazioni serali dei locali, sappia anche che deve accettare che quelle zone attirino frequentazioni discutibili, non dico di pura criminalità, ma comunque potenzialmente devianti. Io poi non sono neanche d’accordo con le ghettizzazioni, quando per esempio i parchi diventano punti di ritrovo suddivisi per etnie: i filippini da una parte, gli algerini dall’altra. Credo che questo vada contro l’idea di società plurale e integrata che vogliamo trasmettere".