VALENTINA REGGIANI
Cronaca

Evitato un caso Singh. Operaio schiavizzato e pagato un euro l’ora. Lui denuncia e si salva

Spunta una vicenda simile a quella di Latina anche nella nostra provincia. Grazie al supporto della Cgil un 30enne ha il permesso di soggiorno.

Evitato un caso Singh. Operaio schiavizzato e pagato un euro l’ora. Lui denuncia e si salva

Evitato un caso Singh. Operaio schiavizzato e pagato un euro l’ora. Lui denuncia e si salva

Modena, 27 giugno 2024 – Trecento ore di lavoro al mese, in due cantieri tra Vignola e Castelfranco. Un compenso di un euro all’ora, un pasto al giorno (quando andava bene) e giacigli di fortuna per la notte. ‘Spronato’ a suon di insulti e violenze verbali e cacciato al primo incidente, ovvero quando con il flessibile si è ferito al braccio. E’ la storia di un uomo ridotto in schiavitù.

A pochi giorni di distanza dalla morte di Satnam Singh a Latina emerge un grave caso di caporalato nella nostra provincia. Fortunatamente l’epilogo è diverso: il lavoratore, un marocchino di 30 anni, clandestino, si è salvato infatti trovando il coraggio di denunciare. L’operaio, grazie al supporto della Cgil e del Centro lavoratori stranieri a seguito della denuncia per sfruttamento e quella per omissione di registrazione Inail e Inps, presentate alla Procura e all’Ispettorato lavoro, ha ottenuto un permesso di soggiorno "per grave sfruttamento lavorativo della durata di un anno". Un caso unico a Modena e raro in Italia, legato all’importante decisione assunta dal Pm Campilongo. Ora le indagini sono in corso nei confronti del ‘padrone’ del cantiere, uno straniero e dei fedeli collaboratori del caporale.

"Ad inizio gennaio G.A. le sue iniziali, un operaio marocchino di 30 anni, ha chiamato il nostro funzionario della Fillea Cgil Pietro Imperato, lamentando differenze retributive. Lo avevamo incontrato a novembre, durante i nostri sopralluoghi nei cantieri e il funzionario gli aveva lasciato il numero di telefono. Oggi e per la prima volta a Modena siamo davanti al primo caso riconosciuto di sfruttamento lavorativo, reso possibile soprattutto grazie alla collaborazione attiva dell’operaio nella fase delle indagini. Il nostro appello ai lavoratori è quello di denunciare le condizioni di sfruttamento: noi non li lasciamo soli". A parlare è Rodolfo Ferraro, segretario generale della Fillea Cgil Modena che spiega l’incubo vissuto dal lavoratore.

Da quanto tempo lavorava nei cantieri lager?

"È entrato irregolarmente in Italia lo scorso anno, attraverso la rotta libica. Dopo di che ha lavorato sotto il caporale edile circa due mesi, un po’ a Castelfranco e un po’ a Vignola ma sarebbe stato pagato solo 250 euro: 12, 15 ore al giorno e una paga di un euro all’ora. Lo avevamo incrociato nelle nostre attività quotidiane nei cantieri e gli avevamo lasciato il numero. Non parlava italiano ma qualche giorno dopo ci aveva chiamato, chiedendo informazioni sulla retribuzione".

Poi cos’è successo?

"Qualche tempo dopo è rimasto gravemente ferito alla mano utilizzando un flessibile. CI ha detto che il caporale lo ha cacciato dal cantiere. ‘Non sei nemmeno in grado di lavorare’, lo avrebbe accusato e un conoscente lo ha poi portato in ospedale. A seguito dell’accaduto ci ha parlato di numerosi episodi di violenza verbale, ricatti, vessazioni. Aveva paura di essere espulso e subiva in silenzio. Siamo davanti al classico caso di lavoratore fragile ricattabile purtroppo".

Cosa succede a quel punto? "Grazie al suo aiuto (ci ha fornito anche foto e video) scatta la deunncia all’ispettorato del lavoro tramite l’avvocato Vandelli e alla procura per il reato di Caporalato. Ci ha indicato uno straniero, in qualità di caporale ma ci sarebbero anche italiani coinvolti. Abbiamo raccolto le prove e, dopo la denuncia, abbiamo ottenuto il permesso di soggiorno per grave sfruttamento del lavoro. Questo soprattutto perchè si è mostato molto collaborativo in sede di indagini e ha fornito prove rilevanti. Lavoratori, se subite sfruttamento non esitate a denunciare, noi saremo al vostro fianco".