"Le motivazioni della Corte di Assise di Modena sono inaccettabili. Minimizzare la gravità del crimine spostando l’attenzione sulle ’dinamiche familiari nefaste’ è una giustificazione pericolosa che rischia di normalizzare la violenza. Questa decisione è un insulto alle vittime, alle loro famiglie e rappresenta un grave passo indietro nella lotta contro la violenza di genere. È fondamentale che la formazione prevista dalla legge sul Codice Rosso venga resa effettiva e diffusa al più presto, per evitare che continuino a esserci sentenze simili" così la capogruppo democratica nella commissione femminicidio e violenza contro le donne, Sara Ferrari insieme alle deputate dem Valentina Ghio e Antonella Forattini che parlano di "esempio sconcertante di patriarcato dominante".
"Serve formazione adeguata per chi giudica e magistrati dedicati e specializzati su questi reati per comprendere le fondamenta delle dinamiche della violenza maschile. In assenza di questa formazione non c’è giustizia per le donne in un Paese che fa fatica ad evolvere" afferma Elisa Ercoli, presidente Differenza Donna che gestisce il 1522, il numero antiviolenza e antistalking promosso dal dipartimento Pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri. "Il danno procurato da simili sentenze – dice Ercoli – è incalcolabile: incide sulla fiducia delle donne che denunciano e su quelle che lo vorrebbero fare".