JACOPO GOZZI
Cronaca

Ermes Spadoni (Fiab) "Cavalcavia Mazzoni e via Vignolese Ecco i punti deboli"

Il presidente degli Amici della bicicletta: "La strada che conduce fuori città attraversa una zona altamente residenziale: qui negli ultimi due anni sono morti due ciclisti. Il ’ponte’ non ha piste ma è frequentatissimo".

Ermes Spadoni (Fiab) "Cavalcavia Mazzoni e via Vignolese Ecco i punti deboli"

di Jacopo Gozzi

Muoversi in bicicletta a Modena non è facile. Nonostante gli sforzi del Comune per ampliare la rete ciclabile, molti cittadini lamentano disagi, percorsi interrotti condivisi con pedoni e monopattini, tratti poco curati e attraversamenti obbligatori non sicuri, oltre al totale isolamento ciclabile di diverse zone con alta densità abitativa. "È importante vedere la bicicletta come un’opportunità per migliorare la viabilità complessiva – spiega il presidente della Fiab modenese, Ermes Spadoni – perché quando tante persone si spostano in bici, c’è meno traffico e l’aria diventa più respirabile. Per realizzare tale progetto, occorre dare priorità a questo mezzo: purtroppo, oggi a Modena, come in tante altre città d’Italia, ciò non sta avvenendo. È un problema di spazi pubblici: le strade vanno divise meglio tra tutti gli utenti. Se, come accade nella nostra città, pedoni e ciclisti si ammassano negli stessi spazi e le strade sono soltanto a disposizione delle autovetture, i disagi sono all’ordine del giorno". Effettivamente, come segnalano diversi cittadini, a Modena ci si trova di fronte a un paradosso: la città non è grande e in media il 45% delle tratte percorse in macchina dagli autisti è di circa 2.5 chilometri, interamente pianeggianti, tuttavia molte persone preferiscono utilizzare l’automobile rispetto alla bicicletta. "È evidente che i ciclisti non si sentano sicuri – commenta Spadoni – e ciò dipende anche dalla storia della rete ciclabile modenese. La nostra città parte da una situazione per cui, già negli anni Settanta si realizzarono diversi percorsi riservati alle biciclette che, tristemente, oggi mostrano i segni inesorabili del tempo: basti pensare ai tratti di viale Amendola e via Buon Pastore, che attualmente sono quasi impercorribili, pieni di ostacoli e di buche. Non voglio soffermarmi soltanto sui disagi di chi va in bici: in molte zone residenziali, i primi che soffrono la mancanza di spazi riservati sono i pedoni.

Commentando le iniziative degli ultimi anni da parte del Comune, Spadoni spende parole positive in particolare per un progetto: "La pista ciclabile Diagonale è, senza dubbio, uno splendido percorso: auspichiamo che, nel limite delle possibilità, tanti altri tragitti che saranno realizzati vengano pensati in modo simile. Purtroppo – denuncia, ancora, il presidente della Fiab – a Modena ci sono ancora tante aree che soffrono l’assenza di percorsi ciclabili. Le due che, a nostro avviso, richiedono un intervento immediato sono via Vignolese, una strada molto larga che percorre una zona altamente residenziale, dove in due anni sono morti due ciclisti e il cavalcavia Mazzoni, collegamento verso Modena Nord nei pressi della Stazione ferroviaria, che, pur essendo totalmente sprovvisto di piste ciclabili, viene percorso ogni giorno da centinaia di biciclette". Tante le soluzioni proposte, nell’ambito di un tema che, come di consueto, è destinato a far discutere l’opinione pubblica. "A nostro avviso – conclude Spadoni – come sta accadendo in diverse città europee, si potrebbero mettere in atto diverse misure: nelle strade in cui vige il limite dei 50 kmh per le automobili, i percorsi devono essere separati per tutelare i ciclisti, come accade su viale Italia o viale Autodromo. Dove, invece, non fosse possibile realizzare una ciclabile separata, che richiede più tempi e risorse, è indispensabile abbassare a 30 kmh il limite di velocità delle vetture: occorre usare tutte le soluzioni possibili per permettere, a chi vuole, di usare la bicicletta senza rischi: è un sacrificio, lo capisco, ma credo che tutta la comunità cittadina potrebbe trarne giovamento".