Soliera, 12 ottobre 2024 – Fumata nera anche per il secondo tavolo convocato ieri mattina in Regione e finalizzato alla salvaguardia occupazionale per ‘Energica Motor Company’, l’azienda di Soliera che progetta e produce moto elettriche. Da mesi l’impresa versa in una seria crisi economico-finanziaria, con i 50 dipendenti in contratto di solidarietà (con pagamento diretto da parte dell’Inps) che scade il 22 ottobre prossimo, e sfratto esecutivo del capannone congelato per 120 giorni a seguito di composizione negoziata del debito. Dopo lo sciopero dei lavoratori, una decina di giorni fa innanzi ai cancelli dello stabilimento, e il primo incontro di mercoledì in Regione tra sindacati, Rsu, la proprietà e la sindaca di Soliera Caterina Bagni, anche il confronto di ieri non è stato dirimente: "Durante l’incontro - affermano i sindacalisti della Fiom Cgil - i vertici dell’azienda hanno comunicato che sia i soci italiani sia il Fondo americano Ideanomics (che possiede la maggioranza delle quote, il 75%), hanno alle spalle un impatto finanziario difficilmente gestibile. Ora non ci resta che attendere: solo dopo il prossimo Cda di ‘Energica Motor Company’ si avrà un quadro più preciso sugli strumenti e procedure che i vertici adotteranno". Al tavolo è stato concordato tra Regione, istituzioni, sindacati che la proprietà darà un aggiornamento subito dopo il prossimo Consiglio di amministrazione, che si terrà a breve, al fine di mettere in sicurezza, d’accordo con le organizzazioni sindacali, tutti i lavoratori e capire quale strumento procedurale sarà adottato. "Dal 23 ottobre i dipendenti non saranno più in solidarietà - affermano Fiom Cgil -. All’incontro di mercoledì abbiamo incalzato l’azienda per esplorare la possibilità di dare continuità all’ammortizzatore sociale. Purtroppo, ci è stato risposto che ad oggi non sono in grado, per motivi economici, di garantire la continuità produttiva". Nei mesi scorsi ci sono state delle trattative al fine della vendita, ma come proseguono i sindacalisti, "al momento non ci sono acquirenti disposti a subentrare nella proprietà e il Fondo americano Ideanomics non mette più liquidità da diversi mesi". "Ci troviamo di fronte ad un bivio: l’azienda dovrà comunicare se è in grado di aprire la cassa integrazione per crisi e quindi riuscire a dare continuità produttiva, oppure, in caso contrario, ossia di liquidazione giudiziale, aprire l’ammortizzatore per cessazione di attività d’impresa".
CronacaEnergica in stallo: "I posti di lavoro ancora a rischio"