Il Piano Casa dell’amministrazione comunale su tre leve: prevenzione, gestione e costruzione. A illustrarle è stata l’assessora alla Casa Francesca Maletti. "Modena è caratterizzata da un irrigidimento dell’offerta di case in affitto e da un’esigenza abitativa diffusa che non coinvolge più solo cittadini fragili o vulnerabili", ma anche la cosiddetta ’fascia grigia’, che non riesce ad accedere al libero mercato pur disponendo di un reddito regolare.
Sul fronte della prevenzione si agirà "con un rinnovato rapporto con il tribunale, l’ordine degli avvocati e le associazioni di inquilini e proprietari per intercettare le situazioni prima che i provvedimenti di sfratto diventino esecutivi". Sarà rafforzato il fondo morosità incolpevole e il fondo per l’affitto, "e questo nonostante l’assenza di finanziamenti nazionali".
Soprattutto Il Piano Casa intende intervenire sulla gestione del patrimonio pubblico e privato. Si parte dall’attivazione dello sportello ’Abitare Modena’ che partirà il 1° aprile e sarà il luogo dove tutti i cittadini potranno avere informazioni, orientamento, supporto e indirizzo. "Uno strumento che l’amministrazione comunale vuole attivare a partire da un rinnovato dialogo con i sindacati degli inquilini e le associazioni dei proprietari immobiliari oltre che con l’Ordine degli avvocati".
Uno degli attori principali sarà l’Agenzia per la casa del Comune che fornisce garanzie ai proprietari e agli inquilini e al momento ha in carico oltre 500 appartamenti. "Proprio in queste settimane – ha annunciato Maletti – si sta procedendo all’assegnazione di circa 65 appartamenti del Fondo Scoiattolo sugli 80 complessivi che si trovano in via Montefiorino e che il Comune ha fatto aderire nel programma regionale del patto per la casa. L’obiettivo è quello di aumentare il numero di immobili nel mercato dell’affitto e arrivare, nel prossimo biennio, ad avere altri 1000 appartamenti a disposizione dell’Agenzia". Sarà rivisto il regolamento di Agenzia Casa con il contributo dei sindacati degli inquilini e le associazioni della proprietà edilizia "rivedendo le agevolazioni e le garanzie per i proprietari, come una riduzione dell’Imu per chi affidi il suo immobile all’agenzia". La strada per arivare ai mille alloggi "è il cambiamento di utilizzo e di destinazione d’uso temporaneo (da 8, 16,24 anni) e vincolato di locali del terziario, ovvero gli uffici, per trasformarli in residenze da destinare all’Agenzia per la casa", fermo restando i requisiti igenico-sanitari. Questi appartamenti li prenderà in affitto il Comune per poi darli in concessione alle famiglie che pagheranno un canone.
Quanto al costruire, Maletti si chiede: "Modena con i Peep è stato un precursone, innovativo. Ma oggi i Peep sono ancora uno strumento idoneo per rispondere ai nuovi bisogni abitativi? L’Ers, edilizia residenziale sociale, dovrà funzionare come affitto permanente? Con affitto e poi riscatto? Sono interrogativi a cui i diversi attori che si occupano della casa in città dovranno rispondere. Il bisogno casa oggi riguarda segmenti sociali differenti: vuol dire che dobbiamo dare risposte diversificate". Plauso al Piano Casa del Comune arriva dall’Uppi Modena, l’Unione dei piccoli proprietari immobiliari.
Il nodo casa si incrocia con le sfide del consumo di suolo zero e dell’obiettivo rigenerazione. L’assessora Carla Ferrari è tornata sulla definizione di Ers, ponendo l’accento sul carattere sociale di questo tipo di edilizia "che fino ad oggi è stata interpretata in maniera un po’ ampia. Significa per essempio utilizzare il patrimonio edilizio esistente anzichè costruire dei nuovi edifici: di suolo libero ce n’è, ma bisogna usarlo nel modo giusto. È importante non impermeabilizzare, le opere pubbliche dobbiamo imparare a farle non sigillando suolo. Occorre riportare la bellezza in questa città e un livello architettonico superiore anche sul piano estetico".
g.a.