"Trovami un cecchino e attueremo il tuo piano". Questo è quanto si dicono due indagati nel corso di una conversazione intercettata durante le indagini sul gruppo neonazista smantellato nel corso di un’operazione coordinata dalla Procura di Bologna. La premier Giorgia Meloni, si legge nell’ordinanza, era ritenuta "asservita al potere ebraico" e contro di lei era in corso "una vera e propria attività di dossieraggio" da parte dei capi dell’organizzazione. Un modo, questo, per condividere "strenuamente il progetto di uccidere la Presidente del Consiglio" con l’obiettivo dichiarato di "sovvertire l’ordine democratico e arrivare alla guerra civile". Nel corso delle indagini sono emersi riferimenti all’acquisto di armi e all’utilizzo di poligoni di tiro abusivi per testare pistole.
Nel corso della campagna di proselitismo, l’organizzazione neonazista, si legge nell’ordinanza, avrebbe reclutato "un palestinese della Werwolf" per "costruire qualche piccolo ordigno artigianale". Un giovane palestinese residente in provincia di Bologna ma con alle spalle "quasi un anno di militanza" nella famigerata Fossa dei Leoni, l’organizzazione paramilitare attiva in Cisgiordania e protagonista, insieme ad Hamas, della ’Tempesta al-Aqsa’, l’offensiva contro lo Stato ebraico.
L’inchiesta vede indagate 25 persone, 12 delle quali sono state sottoposte alla misura cautelare della custodia in carcere. Di questi 12, ricorda de Pascale, cinque sono stati arrestati a Bologna e provincia.
Un plauso all’operazione condotta dalla polizia e dalle procure arriva dalla senatrice modenese Enza Rando: "Impressionante l’arsenale di armi da fuoco e oggetti inneggianti al nazismo che è stato sequestrato. Un lavoro di grande rilievo dei magistrati che hanno disarticolato un gruppo suprematista che aveva come obiettivo la sovversione dell’ordine democratico. È la conferma del compito prezioso della magistratura per difendere il nostro sistema costituzionale".
Congratulazioni alle forze dell’ordine "per la brillante operazione che ha portato all’identificazione di una pericolosa organizzazione neonazista e solidarietà e vicinanza alle alte cariche istituzionali oggetto di gravissime minacce", arriva dal presidente della Regione Michele de Pascale.
Anche per questo il neo presidente della Regione de Pascale rivolge "un ringraziamento particolare alla Digos di Bologna", aggiungendo che "l’Emilia-Romagna, baluardo di valori democratici e antifascisti, terra in cui il terrorismo ha lasciato ferite insanabili, respinge duramente tali ideologie violente di estremismo, propaganda e istigazione all’odio razziale e religioso e continuerà a difendere con determinazione e forza, giorno dopo giorno, i principi democratici di libertà e uguaglianza".