MARIA SILVIA CABRI
Cronaca

E il Nazareno cucinò per il Papa. Tortellini, arrosto e Lambrusco: "Ci chiese di pregare per lui"

Nell’aprile 2017 gli allievi del Centro di Formazione di Carpi preparano il pranzo per il pontefice . Il direttore Franchini: "Come si raccomandò monsignor Cavina pensammo a un menù molto semplice"

I ragazzi del Nazareno con il Papa

I ragazzi del Nazareno con il Papa

Carpi, 24 aprile 2025 – Quando è stata comunicata la visita del Papa a Carpi, il 2 aprile 2017, alcuni chef pluristellati si erano proposti di venire a preparare il pranzo. Gratuitamente, usando anche materiali di ‘riciclo’, avanzi. Ma questo non sarebbe stato nello stile semplice e genuino di Papa Francesco. Sono stati quindi loro, gli allievi del Centro di Formazione professionale Nazareno di Carpi, i veri ‘chef star’ i soli a potersi ‘vantare’ di avere cucinato per Papa Bergoglio, che ha pranzato nel Seminario Vescovile di Carpi con una settantina di persone, tra cui il vescovo di Carpi monsignor Francesco Cavina, il cardinale Carlo Caffarra, gli altri vescovi, i sacerdoti anziani ospiti della Casa del Clero e i seminaristi di Carpi e Modena.

Oltre una ventina i giovani che hanno lavorato per il grande evento, suddivisi tra il servizio in sala e la cucina con tre maestri chef. Professionali e velocissimi: 40 minuti era il tempo massimo che avevano a disposizione tra la prima e l’ultima portata. Ne hanno impiegati solo 37. Una prova di efficienza e rapidità che è rimasta scolpita nella storia del Centro di formazione. Come ricorda Luca Franchini, allora direttore del Nazareno, "abbiamo preparato un menù all’insegna della tradizione culinaria del nostro territorio e delle eccellenze emiliano-romagnole. Ma al tempo stesso, e prima di tutto, come ci era stato raccomandato da monsignor Cavina, un menù molto semplice e sobrio, evitando ogni spreco, come il Papa spesso ammoniva a fare". Una raccomandazione necessaria per allinearsi allo stile sobrio predicato da papa Francesco.

Il menu quindi è stato all’insegna dei tradizionali tortellini in brodo di cappone, come secondo e contorno l’arista di maiale alla modenese con patate sabbiose, e i tipici tortelli ‘al savor’, dolce tradizionale modenese a chiudere il pasto. Il tutto è stato accompagnato da una bottiglia di spumante di Lambrusco rosato della Cantina di Carpi e Sorbara che il pontefice ha apprezzato molto.

Una bottiglia che la cantina, su richiesta dello stesso vescovo Cavina, ha prodotto per l’occasione della riapertura della Cattedrale, avvenuta il 25 marzo 2017, e proprio per la visita di Bergogolio. Per questo motivo le 500 bottiglie circa etichettate avevano il logo della Diocesi e quello scelto per la riapertura del Duomo: le date 2012-2017 (un riferimento agli anni trascorsi dal terremoto del maggio 2012) e la scritta in latino ‘Vita Semper Vincit’, la vita vince sempre.

"Il ‘dovere’ dei ragazzi era quello di cucinare e servire - prosegue Luca Franchini -. Il saluto del Pontefice non era previsto: per questo il ‘fuoriprogramma’ del Papa, mentre stava per uscire dal seminario, ci ha ulteriormente emozionati".

I giovani, con la loro divisa (pantalone e camicia nera, grembiule e cravatta grigia) si sono disposti ordinatamente in fila lungo il corridoio: il Pontefice ha salutato e stretto la mano ad uno ad uno. "Io pregherò per voi, ma voi siate bravi: pregate per me", ha concluso rivolgendosi ai ragazzi. Fuori, in corso Fanti, dietro la transenna tutti gli altri allievi, con ancora indosso la loro casacca, lo stavano aspettando per l’ultimo saluto. Tanti i visi commossi, e le lacrime che sono scese. Papa Francesco sa toccare le corde emozionali anche dei giovani.