di Valentina Reggiani
Non aveva bisogno di intermediari: quando era il momento di far arrivare a Modena chili di polvere bianca, si rivolgeva direttamente al boss Giuseppe Romeo, soggetto di spicco della ‘ndrina ’Staccu’ di San Luca (Reggio Calabria) e tra i più potenti narcotrafficanti al mondo, arrestato in Spagna nel 2021 dopo anni di latitanza. In appena un anno, da marzo 2020 a marzo 2021, secondo le accuse, aveva acquistato 25 chili di cocaina e 13 di hashish.
C’è anche Gabriele Scarantino, spacciatore di primo livello soprattutto nel territorio modenese tra i destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere scattata nell’ambito dell’operazione ’Aspromonte Emiliano’, scaturita dall’inchiesta condotta dalla Guardia di finanza e dalla Dda. Oltre 160 militari del comando provinciale di Bologna, con il sostegno del Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata (Scico) e di altri reparti, sono stati impegnati nell’esecuzione di 41 ordinanze di custodia cautelare (37 in carcere, 3 ai domiciliari) nei confronti di altrettanti appartenti ad un’associazione a delinquere composta da italiani appartenenti o contigui alla ‘ndrangheta reggina e crotonese, dedita al traffico internazionale di cocaina, hashish e marijuana e molti dei quali residenti nel reggiano.
A onor del vero non sono scattate le manette ai polsi di Gabriele Scarantino: il giovane scandianese, residente a Modena risulta latitante da mesi. Recentemente, insieme ai due fratelli era stato rinviato a giudizio poiché ritenuto promotore e responsabile dell’incredibile traffico di stupefacenti che dall’Albania arrivava in città. Oltre a Scarantino ci sono anche altri due modenesi coinvolti nella maxi inchiesta: Massimiliano Masi, romano 42enne residente a Vignola e con un ruolo di fondamentale importanza in seno all’organizzazione criminale, e Daniele Pezzella, napoletano 44enne residente a Marano, ‘factotum’ di Masi. Per tutti e tre gli indagati modenesi è stata disposta la custodia cautelare in carcere. L’operazione condotta dalle fiamme gialle non ha stroncato una ‘semplice’ un’associazione dedita allo spaccio ma ha sradicato i tentacoli ad una organizzazione criminale ben più potente. Infatti il boss Romeo in prima persona, dalla Spagna, organizzava l’attività di approvvigionamento dello stupefacente, tenendo i rapporti con i più importanti cartelli del narcotraffico internazionale. Una volta giunto lo stupefacente in Italia, predisponeva, attraverso i suoi uomini di fiducia in Calabria oppure sempre ‘funzionari’ calabresi residenti nel parmense o nel reggiano, lo stoccaggio nei vari depositi. Grazie al ‘brokeraggio’ senza sosta del boss, (il 37enne risultava latitante ma è stato arrestato in Spagna nel 2021) la droga infatti, direttamente dai cartelli di produzione sudamericani, giungeva nei porti dell’Europa settentrionale, in particolare Anversa e Rotterdam, per essere poi distribuita in Europa. Corrieri e imprese compiacenti facevano sì che i fiumi di droga arrivassero anche nel nostro territorio. Solo al Boss Romeo viene contestato di avere, tra gennaio e febbraio del 2020, acquistato una partita di circa 300 chilogrammi di cocaina da gruppi criminali sudamericani. I militari sono riusciti a smantellare l’associazione grazie ad un ‘infiltrato’ e alla successiva acquisizione delle chat criptate intrattenute tramite la piattaforma Sky ECC.