Modena, 6 giugno 2024 – Quel ‘pesante’ pacco colmo di polvere bianca – oltre venti chili –, in partenza da Bogotà era indirizzato proprio ad un indirizzo del nostro Appennino: Guiglia. Circostanza che aveva subito fatto ‘drizzare le orecchie’ agli uomini della direzione centrale per i servizi antidroga del dipartimento della Pubblica Sicurezza.
Era il 2020. A seguito di quell’ingente sequestro sono scattate le indagini, condotte dagli agenti della squadra mobile, diretta da Mario Paternoster, che hanno permesso di stroncare un’organizzazione dedita al traffico e spaccio di stupefacenti in città: in particolare al Novi Sad e al parco XXII Aprile. All’alba di ieri mattina, infatti, gli agenti hanno eseguito un’ordinanza di cautelare in carcere emessa dal Gip e su richiesta della procura – pm Amara – nei confronti di 10 indagati, di cui 6 italiani, 2 tunisini, un albanese e un marocchino.
Arresti domiciliari invece per altri 3 italiani ed un albanese e obbligo di dimora, del divieto di dimora e dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria rispettivamente per un italiano, un cubano, un tunisino ed un marocchino, tutti gravemente indiziati a vario titolo della cessione continuata e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti in concorso.
Due degli arrestati sono fratelli pregiudicati di 50 e 35 anni, residenti a Modena ma ci sono anche una coppia di italiani (lei ai domiciliari, lui in carcere) e un albanese che ad oggi risulta ricoverato in ospedale. Gli indagati hanno età comprese tra i 35 e i 45 anni e risultano residenti in diversi comuni, tra cui Marano e Vignola. I fatti per cui si procede risalgono al 2021 e la ‘banda’ si occupava per lo più di smerciare cocaina purissima ma i più giovani del gruppo rifornivano i coetanei anche di Lsd e funghi allucinogeni da utilizzare durante i rave, nei locali notturni o alle feste private. Complessivamente sono stati sequestrati infatti oltre 8300 grammi tra cocaina, eroina, marijuana, funghi allucinogeni, foglietti impregnati di LSD e flaconcini di liquido oleoso (DAB), oltre ad una pistola, provento di furto, nonché numerose munizioni di diverso calibro.
Nel corso della indagine sono stati sequestrati anche oltre 18mila euro. "In tutto 18 le misure cautelari, di cui dieci in carcere – ha spiegato il dirigente della mobile, Paternoster – l’indagine è iniziata nel 2020 a seguito della segnalazione della direzione centrale dei servizi antidroga di un sequestro, all’aeroporto di Bogotà di 23 chili di cocaina destinati ad un’abitazione nella nostra provincia. Il nome era fittizio ma a seguito di accertamenti è stato individuato il destinatario del pacco". Il dirigente della mobile ha sottolineato come ai vertici della banda ci fossero italiani e albanesi che distribuivano la droga nelle piazze di spaccio. Nell’ambito dell’intera attività sono stati arrestati 17 indagati ed altri 5 sono stati denunciati.