Dopo 43 anni di attività pensione più vicina (dal prossimo ottobre) per Sergio Romagnoli, non più responsabile Lapam di Fiorano (sostituito da Stefano Roncaglia), ma da qualche giorno funzionario sindacale della zona di Sassuolo.
Romagnoli, è cominciato il conto alla rovescia.
"Ho cominciato in Lapam, sempre a Fiorano, il 1° agosto 1978 come apprendista impiegato fino a diventare responsabile di sede nell’ottobre 2001. Mio padre era muratore ed era associato alla Lapam. Voleva assumermi per andare a lavorare con lui in cantiere. Ma il responsabile di allora, Luigi Giuliani, che mi aveva conosciuto quando portavo la documentazione di mio padre in ufficio, gli ha proposto di farmi ‘provare’ a lavorare in Lapam. E da allora sono ancora in prova…c’è sempre da imparare".
Che tipo di tessuto economico c’era?
"Il sindaco era Roberto Giovani. A Fiorano centro c’era il doppio senso di marcia, non c’era il centro commerciale di via Santa Caterina, né il Villaggio artigiano di Spezzano. Ricordo attività industriali ceramiche in piena espansione, mentre nascevano tante ditte collegate, il cosiddetto ‘terzo fuoco’. Le imprese edili brulicavano, il centro era pieno di negozi".
Quali erano le principali richieste degli associati?
"Gli associati erano circa 250 (adesso sono 400) e quasi ogni giorno almeno 4-5 persone chiedevano come mettersi in proprio: tanti dipendenti volevano diventare autonomi. Adesso è il contrario: molti ricercano lavoro come dipendente".
Il carico di lavoro è cambiato negli anni?
"Faccio un esempio: alla denuncia dei redditi, non essendoci allora i computer, l’esperta contabile compilava il modello a matita e poi il gruppo dei copiatori, utilizzando la carta carbone, riportava ‘in bella’ la denuncia in 4 copie. Venivano reclutati anche i nostri associati (il barbiere, l’idraulico, quello delle pompe funebri) e poi nel giorno della scadenza andavamo alle poste di Bologna poco prima della chiusura (anche fino a mezzanotte) a fare la fila per le raccomandate all’Ufficio imposte". Come è cambiato negli anni il quadro economico fioranese? "Il motore economico rimane la ceramica, ma l’evoluzione tecnologica dei macchinari e del prodotto, soprattutto con l’avvento del digitale, ha portato alla chiusura di molte aziende del ‘terzo fuoco’, piccole realtà sviluppatesi sulla creatività, fantasia e l’estro delle persone. Vi è poi un’altra situazione preoccupante".
Quale?
"Molte nuove aziende non sono strutturate e non hanno dipendenti: l’imprenditoria da produttivo-manifatturiera sta spostandosi sul servizio alle imprese e alle persone. Il nostro territorio, vocato all’imprenditorialità, si sta trasformando".
Cosa chiedono alla Lapam oggi le imprese fioranesi?
"Assistenza sul piano fiscale-contabile, gestione dei dipendenti, sicurezza sul lavoro, accesso al credito, sorveglianza sanitaria. E continuiamo a svolgere l’attività politico-sindacale".
Le principali soddisfazioni di questi anni?
"Aver visto partire delle aziende con una-due lavoratori che dopo oltre 40 anni si sono ampliate, arrivando a 40-50 dipendenti".
Gianpaolo Annese