di Giorgia De Cupertinis
"Cos’ho imparato da lei? Tante, tantissime cose. Ho imparato che la vita ci mette davanti a situazioni difficili, ma che si può andare avanti col sorriso".
Brillano gli occhi a Lucia Falcone mentre descrive il progetto Iesa, nato dodici anni fa per favorire l’accoglienza di pazienti con disagio psichico in una famiglia diversa da quella di origine, con l’obiettivo di condividere insieme momenti e relazioni.
Una vera e propria esperienza di incontro e arricchimento umano, che mette al centro il paziente avviandolo verso un percorso di inserimento all’interno della comunità.
Un progetto che Lucia (e non solo) ha accolto a piene mani, e che continua a portare avanti da ormai due anni e mezzo. "Ci vediamo un paio di volte a settimana – racconta – e per me ormai è un’amica, una sorella, a volte anche una figlia o una mamma. Trascorriamo del tempo insieme, in un rapporto spontaneo basato sull’accettazione reciproca, ma soprattutto costellato dall’affetto, vero e proprio motore del rapporto".
Non solo. "Ormai conosce bene i miei pregi e i miei difetti – riavvolge il nastro Falcone –. Spesso insieme dipingiamo, e lei è molto brava: in questo modo, attraverso l’arte, riesce anche ad esprimere emozioni difficili da tradurre in parole. E poi ridiamo, ridiamo tantissimo insieme".
Nato su iniziativa dell’organizzazione di Volontariato ‘Rosa Bianca’, il progetto ha immediatamente incontrato il supporto del Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda USL di Modena e dei Servizi Sociali. Dall’avvio dello ’Iesa’ sono 35 i progetti di convivenza attivati, per la maggior parte in modalità part-time, di cui 9 in corso e uno in partenza.
L’inserimento è supportato: la persona con disagio psichico continua infatti a essere seguita dai propri curanti di riferimento e la famiglia ospitante è affiancata dal Team Operativo IESA preposto al monitoraggio e al sostegno della relazione tra ospite e famiglia. "Lo scopo di questo progetto è di migliorare la qualità di vita di tutti i protagonisti, a partire dall’adulto che soffre di disagio psichico che, venendo ospitato da una famiglia, riesce ad aumentare la propria rete sociale e a reinserirsi – spiega la psicologa psicoterapeuta Cecilia Giuliani –. Quello che abbiamo visto in questi 12 anni, però, è che anche le famiglie ne escono arricchite". Per narrare i primi 12 anni di vita del progetto, in questi mesi ‘Rosa Bianca’ ha realizzato un video intitolato ‘12 Anni Matti’, con la regia di Lillo Venezia, che raccoglie testimonianze di famiglie, utenti e operatori coinvolti nei percorsi di inserimento, sostenuto anche dalla Fondazione di Modena. "Siamo riusciti a ottenere la ’voice-over’ di Vasco per una parte del video, a commento delle immagini del progetto" dice il regista. L’opera sarà presentata il 4 dicembre, alle 20.30, presso il Teatro Tenda: ad arricchire la serata saranno le esibizione del duo ‘Psicantria’ e del coro di Rosa Bianca con la partecipazione straordinaria del cantante Alberto Bertoli.