di Paolo Tomassone
Mentre la politica discute e la diplomazia prende tempo, c’è chi fa passi concreti in nome dei diritti delle persone, in particolare dei giovani e delle donne, i più deboli in paesi governati da regimi autoritari come l’Egitto e la Turchia. In che modo? Boicottandoli e invitando i turisti a non visitare le loro terre. Un piccolo passo, quello deciso dall’agenzia Vivara Viaggi con sede a Modena in via Paolo Ferrari e a Bologna, ma molto coraggioso considerando che in quei paesi sono tante le destinazioni richieste dagli italiani. Lo sa bene il titolare Fabio Fabbri: dopo il rinnovo da parte della Corte d’assise del Cairo di altri 45 giorni di detenzione per Patrick Zaki, il ricercatore egiziano all’università Bologna, e dopo "un nuovo attacco di ‘machismo diplomatico’" da parte del presidente turco Erdogan nei confronti della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, durante il fine settimana è arrivato alla decisione.
Qual è?
"Fino a quando Patrick non verrà liberato come agenzia di viaggio non promuoveremo più Egitto e Turchia come destinazione turistica. A tutti i clienti che ci chiederanno un viaggio in queste destinazioni, andremo a proporre soluzioni differenti, principalmente in Italia anche per far riscoprire il nostro territorio che è uno dei più belli al mondo".
Perché siete arrivati a tanto?
"Sono mesi che ci interroghiamo su quale segnale inviare contro questi paesi che non rispettano i trattati sui diritti umani o delle donne, come la Turchia che è uscita dalla Convenzione di Istanbul, trattato volto a prevenire e combattere la violenza sulle donne. E poi i fatti degli ultimi giorni ci hanno convinto a fare il passo. Che è un piccolo passo, sia chiaro. Una goccia nell’oceano".
La sua, in qualche modo, è una scelta politica?
"Lungi da me occuparmi di geopolitica, ci sono altri che lo devono fare. Guardi, io ho tre figli e quando penso che nel 2021 in alcuni paesi ci sono ancora dei giovani perseguitati perché stanno studiando come ricercatori, come è accaduto a Giulio Regeni, o perché manifestano pacificamente, come nel caso di Patrick Zaki, credo che tutti nel proprio piccolo possano e debbano fare qualcosa".
C’è il rischio che rimanga una scelta isolata.
"Sì è vero, al momento non credo che esistano esperienze del genere, a parte quella di un collega di Vercelli che aveva fatto una proposta simile. Io credo che vista la situazione ci possano essere diverse strade da percorrere. Ci sono le ‘grandi’ azioni, quelle della politica e dei governanti; e in questo senso Draghi ha mandato un primo segnale molto duro nei confronti di Erdogan. Poi ci sono le azioni piccole che possono però influenzare grandi masse, come ci insegna Greta Thunberg".
E poi ci sono i piccoli boicottaggi come quello che proponete voi?
"Sia ben chiaro, quelli sono posti bellissimi e in Turchia e in Egitto vivono persone speciali. Ogni volta che li visito rimango incantato dai loro mercati, nei quali si incontra bellissima gente. La nostra iniziativa è rivolta anche a loro; noi non contestiamo la popolazione, che anzi è vittima di certi personaggi che la governano. Noi contestiamo quei governi e le loro azioni che mancano di rispetto in particolare ai giovani e alle donne".
La sua è una decisione coraggiosa, in un momento in cui il turismo è ancora nella morsa dalle restrizioni anti-Covid.
"L’estate scorsa, quando si era ripreso a viaggiare un po’, in molti ci hanno chiesto pacchetti per Turchia ed Egitto. Una delle mete preferite, ancora oggi, è Sharm El Sheikh. Ma ci siamo sentiti di percorrere questa strada e siamo convinti che possa essere condivisa da tanti".