REDAZIONE MODENA

"Diga, lo svuotamento non danneggi la pesca"

Riolunato, i pescatori chiedono che non si ripeta la strage di trote del 2011. "Stesso problema anche per il bacino di San Michele"

"Diga, lo svuotamento non danneggi la pesca"

Si avvicina la riapertura della pesca sportiva in Appennino, dove i pescatori segnalano due situazioni di rischio per la pescosità montana. Si tratta della Diga di Riolunato e del bacino della centrale del Sagradino in comune di Fiumalbo. Paolo Canova, segretario dell’Unione nazionale pescatori a mosca (UNPeM) di Modena, spiega le preoccupazioni: "Dopo i danni alla fauna ittica provocati dallo svaso del bacino idroelettrico di Riolunato sul torrente Scoltenna, negli anni dal 2010 al 2011, anche da un’occhiata superficiale dalla sovrastantestrada provinciale 324 si nota che tale diga si sta nuovamente riempiendo di limo e il problema si ripresenterà presto".

Va ricordato che dello sversamento di 13 anni fa si interessò anche la magistratura, dopo vari esposti delle associazioni ambientaliste (in primis Legambiente e il Club Pesca a mosca) che portarono sul banco degli accusati un dirigente di Enel Green Power gestore dell’impianto: la Provincia avanzò una richiesta di risarcimento di 488mila euro ma poi la figura di "parte lesa" venne avocata dal Ministero Ambiente. "Sino a che – prosegue Canova – in uno degli annuali incontri della Consulta Ittica Locale con il Servizio tecnico agricoltura, caccia e pesca della Regione Emilia Romagna si apprese nel dicembre 2019 che la vertenza si era conclusa con la condanna di Enel al pagamento di una oblazione". Nel 2013 il tribunale ha ’condannato’ in primo grado Enel al pagamento di 52mila euro.

"In che modo sarebbero stati utilizzati quei soldi – doce Canova – doveva essere svelato in una pubblica conferenza fissata nel febbraio 2020 a Riolunato. Ma poi arrivò il Covid e tutto saltò". Per Canova ora ‘sarebbe pertanto legittimo oggi conoscere la destinazione di quel denaro che avrebbe dovuto riparare o rimborsare i danni al territorio, e prevedere per tempo i nuovo lavori di svaso.

"Un secondo interrogativo riguarda il bacino di San Michele, alimentato da una presa sullo Scoltenna posta a valle di Fiumalbo che restituisce il flusso tramite la centrale elettrica di Modino, e come tutti i bacini ogni tanto deve essere svuotato per ripulirlo – aggiunge il rappresentante dei pescatori – Anche delle trote, perché quando è il momento di metterlo in asciutta, per asportare limo e sassi dall’alveo, bisognerebbe anche mettere in salvo le trote che vi si sono rifugiate e costituiscono un bene prezioso da non sprecare. In passato volontari locali si prestavano all’operazione, poi liberandole nel sottostante tratto protetto. Oggi – conclude Canova – malgrado ripetute richieste allo Stacp-Mo, non se ne sa nulla"

g.p.