di Maria Silvia Cabri
Sarà la poliedrica attrice Lucrezia Lante della Rovere a portare in scena ‘Una donna per tutte le stagioni’, domenica alle 21 nel Cortile del Melograno (via dei Servi 21) a Modena, nell’ambito della rassegna ‘Musiche sotto il cielo’. Insieme a lei, voce recitante, ci saranno Patrizia Bettotti al violino, Giancarlo Trimboli al violoncello e al pianoforte Corrado Ruzza. Drammaturgia originale è di Silvia Felisetti, liberamente ispirata a Emily Dickinson, mentre le musiche sono di di Pëtr Il’ic Cajkovskij.
Che donna sarà la sua?
"Una ‘donna per tutte le stagioni’, anzi precisamente in questo spettacolo, una sorta di viaggio che segue lo scorrere del tempo di un anno, mi metterò nei panni di dodici donne diverse che vivono le stagioni della vita a modo loro, accompagnata dall’esecuzione de ‘Le Stagioni’ di Cajkovskij".
Spettacolo narrato o concerto?
"Diciamo un ‘collage’ che mette insieme in modo armonico musica, poesia e narrazione. Il trio di musicisti voleva portare in scena ‘Le Stagioni’ di Cajkovskij; per non fare però solo un concerto di musica da camera, ci siamo ‘inventati’ una voce narrante, la mia, che interviene sotto forma di lettura con la musica appoggiata. O viceversa".
E cosa leggerà?
"Abbiamo scelto delle poesie di Emily Dickinson, che era molto appassionata di botanica e che spesso ha trattato belle sue liriche temi come la natura e le stagioni, appunto. Sono poesie molto intense, complesse, a tratti non di immediata comprensione. Considerando la musica raffinata che vi sarà abbinata, per… ‘alleggerire’ lo spettacolo sono state inserite dodici ‘pillole’ di quattro minuti ciascuna che tratteggiano in modo buffo e ironico altrettante donne che in qualche modo richiamano i mesi dell’anno. Un potpourri perfetto per una sera d’estate".
E come sono queste donne? "Molto diverse tra loro: dalla hostess che al mattino si trova ad Oslo e la sera a Rio De Janeiro, e per la quale ‘le stagioni non esistono, sono dentro al trolley’, alla ragazza magra contenta perché dovrà posare in bikini per il mese di agosto, ma poi si rende conto che in quel mese nessuno guarda il calendario perché sono tutti in ferie…".
Teatro, televisione, cinema: cosa mette al primo posto?
"Il teatro: il rapporto con il pubblico mi piace moltissimo. A ben pensarci, però, al primo posto metto il ‘progetto’ che mi viene proposto. Se è tale da accendere qualcosa nella mia pancia, se l’idea mi entusiasma è quella che scelgo, indipendentemente che sia per il cinema, il teatro o la televisione".
Sul grande schermo ha debuttato nel 1986 con il film di Mario Monicelli ‘Speriamo che sia femmina’: un privilegio? "Sicuramente, una grandissima occasione, un dono. Era un uomo severo, di poche parole, io ero in soggezione guardavo tutto con occhi spalancati, affascinata dalla grande macchina del cinema dove ognuno".
Ha scritto un libro, ‘Apnea. La mia storia’: com’è nato?
"È un’autobiografia, me l’hanno proposto, all’inizio ero titubante. Poi invece è stato un bellissimo viaggio e anche un modo per fare ordine nei miei ricordi con maggiore consapevolezza".