REDAZIONE MODENA

Dejli morto per shock emorragico. Perizia sulla vittima e i suoi abiti

Castelnuovo, coltellata mortale inferta all’arteria femorale.

Castelnuovo, coltellata mortale inferta all’arteria femorale.

Castelnuovo, coltellata mortale inferta all’arteria femorale.

Jaouad Dejli è morto per shock emorragico causato dalla lesione dell’arteria femorale superficiale della gamba destra, a seguito di un colpo inferto con un coltello. È quanto emerso ieri nell’ambito dell’incidente probatorio chiesto dalla difesa degli imputati: i due fratelli marocchini di 26 e 54 anni accusati di omicidio volontario per la morte del connazionale accoltellato lo scorso aprile a Castelnuovo Rangone, nel cortile di una palazzina in via Casette Zanasi. Ieri si è chiuso l’incidente probatorio, che aveva come ‘oggetto’ l’autopsia sulla vittima, oltre all’analisi degli indumenti, delle potenziali armi sottoposte a sequestro e le analisi tossicologiche.

I fratelli, che conoscevano la vittima avevano dichiarato che quel venerdì mattina Jaouad Dejli era arrivato sotto la loro abitazione ‘agitato’, con intenzioni ‘burrascose’ e che non era loro intenzione di ucciderlo. Per la procura, invece, si trattò di omicidio volontario. La difesa degli indagati – rappresentata dagli avvocati Roberto Ghini, Giulia Galvani e Giulia Testa, – non ha nascosto di essere rimasta soddisfatta dell’esito dell’esame del perito. Come ha precisato l’avvocato Ghini "la direzionalità del colpo, inferto proprio all’altezza dell’inguine, la poca profondità della ferita, essendo l’arteria colpita posta a circa 1,5 cm dalla superficie dell’epidermide, la sostanziale singolarità del colpo portano ad escludere si sia trattato di un omicidio volontario", sottolineano. La morte è stata originata dalla coltellata inferta, ma proprio la sede attinta e le modalità del colpo inferto sono compatibili con la volontà di provocare lesioni ma non – invece – con quella di uccidere. Se il nostro assistito avesse avuto l’intenzione di provocare la morte avrebbe colpito una zona vitale (cuore, collo, addome) ed avrebbe colpito ripetutamente" . In chiusura di esame è poi emerso, come già affermato da più parti, il possibile stato di alterazione della vittima al momento dei fatti. Gli atti tornano ora alla Procura (pm dottoressa Campilongo).

Valentina Reggiani