ALBERTO GRECO
Cronaca

Danza Federico Vitali, dalla Bassa al Canada

Un talento internazionale a soli vent’anni, ingaggiato dall’Alberta Ballet. "Tutto ha avuto inizio accompagnando la mia sorellina a lezione..." .

Un talento internazionale a soli vent’anni, ingaggiato dall’Alberta Ballet. "Tutto ha avuto inizio accompagnando la mia sorellina a lezione..." .

Un talento internazionale a soli vent’anni, ingaggiato dall’Alberta Ballet. "Tutto ha avuto inizio accompagnando la mia sorellina a lezione..." .

La giovane età ne fa una promessa della danza classica, anche se la chiamata che lo ha raggiunto quest’anno, dopo il diploma all’Accademia del Teatro dell’Opera di Roma, per entrare nel corpo di ballo dell’Alberta Ballet (Canada) ne certifica ormai il riconosciuto valore internazionale. Dopo Angelo Greco, oggi ’principal dancer’ allo Houston Ballet, anche un altro talento della Bassa, il giovane ventenne di Camposanto Federico Vitali, è volato Oltreoceano per coronare il suo sogno di "poter girare il mondo e danzare nei più grandi teatri e per i pubblici più vari, sperando magari un domani – confida – di poter tornare in Italia che penso sia il Paese con la cultura della danza più ricca al mondo". Intanto affinerà la sua passione sotto la direzione del maestro Francesco Ventriglia gli ha offerto un contratto lavorativo per l’Alberta Ballet, dove attualmente lavora "contentissimo di poter ballare circondato da talenti provenienti da tutto il mondo in produzioni sempre molto accattivanti". Federico inizia danza piccolissimo prima nel suo paese e poi sceglie Khorovodarte (scuola di Mirandola) per andare avanti.

Federico come è nata la passione?

"Per caso, accompagnando la mia sorellina a danza classica quando ero piccolo, sono rimasto affascinato. Guardando le lezioni di danza dalle finestre della sala mi sono lentamente innamorato di quel mondo, finché l’insegnante non mi ha chiesto (vedendomi che spiavo le lezioni di nascosto e che provavo a ricopiare i passi da solo) se non volessi provare anche io una lezione. Circa 15 anni dopo sono ancora qui, con l’unica differenza che ora ho fatto della mia passione un vero e proprio lavoro". Fondamentale nella tua formazione l’approdo al Teatro dell’Opera di Roma, giusto? "A 15 anni ho deciso di presentarmi all’audizione per la scuola di danza del Teatro dell’Opera di Roma, dove ho studiato per 5 anni insieme a maestri che reputo delle vere e proprie ispirazioni nel mio percorso di crescita umano e artistico. Ho studiato con Alessandro Molin e con Pablo Moret che hanno saputo insegnarmi la tecnica, ma anche il rigore. Insieme a loro che ho scoperto veramente l’amore per il sudore versato in sala. Credo che il loro più grande insegnamento sia stato proprio la dedizione al lavoro e alla tecnica, senza mai però sacrificare quel lato umano e sensibile che separa l’esecuzione di un atleta dall’espressione di un artista". Lì hai conosciuto il tuo attuale direttore?

"L’arrivo alla direzione della scuola di danza a Roma di Eleonora Abbagnato, che ci ha permesso di lavorare con coreografi di fama mondiale come Jean-Guillaume Bart, Francesco Ventriglia o Francesco Annarumma e di portare in scena capolavori come Tout Satie di Roland Petit o la Cenerentola di Nureyev. Proprio lavorando come solista con il maestro Ventriglia alla sua ’boutique fantasque’ ho avuto l’offerta che mi ha portato ad essere ora a lavorare in Canada".

Ti ispiri a qualche modello di ballerino in particolare?

"Un modello no. Adoro ballerini come Nureyev o Sergej Polunin per la loro espressività, ma sto cercando di trovare la mia strada e la mia capacità di esprimermi con la mia danza, cosa che credo sia troppo personale per modellarla su un ballerino precisamente".