Modena, 12 settembre 2024 – "A volte penso, a volte sono", scriveva Paul Valéry. E per David Hume "La mente è una specie di teatro". Quante sfumature, quanti orizzonti e quante domande si aprono attorno a Psiche, la chiave del festival di quest’anno, una parola certamente tanto ricca quanto complessa. Con Daniele Francesconi, direttore del FestivalFilosofia, ci incamminiamo dunque lungo i sentieri di Psiche.
Dottor Francesconi, innanzitutto, cosa intendiamo per Psiche?
"È la caratteristica personale con cui viviamo nel mondo, con tutto il complesso del nostro corpo, della nostra mente e delle nostre relazioni. È quell’elemento sempre ineffabile, e sostanzialmente indescrivibile, che rende ciascuno di noi ciò che è: non si può definire ma soltanto raccontare o circumnavigare. Insomma, Psiche è l’individualità, il nostro io e la totalità di noi stessi".
Come avete declinato i tanti volti di Psiche?
"Partendo dai diversi termini con cui questa realtà è stata nominata nella storia della filosofia. Nella cultura greca ‘Psichè’ era già parola complessa: indicava il principio motore della vita e dell’azione. Correntemente, poi, è stata tradotta come ‘Anima’, creando peraltro alcuni equivoci: di solito, con anima ci si riferisce ad aspetti spirituali, mentre Psiche custodisce anche altri significati. In epoca moderna, la laicizzazione del termine ‘Anima’ ha portato alle questioni della ‘Coscienza’, per esempio in Cartesio. Poi è arrivata la rivoluzione dell’ ‘Inconscio’ e il termine Psiche ha assunto il significato più comune che gli diamo oggi: i fenomeni psichici sono quelli del nostro profondo e nel nostro essere noi stessi, la nostra vita interiore, ovvero tutto l’ambito anche della psicanalisi".
Psiche – ci segnalate nel programma – è anche parola politica. In che senso?
"Su due livelli. Da un lato basti vedere come le categorie psicologiche e di analisi delle emozioni sono entrate nei social o nella comunicazione politica, pervasa da un’estrema personalizzazione. Siamo in uno stato di eccitazione collettiva, continuamente a cercare l’apparenza, piuttosto che la sostanza: una società narcisistica. Dall’altro, parlando di psiche dobbiamo affrontare concetti fondamentali come salute, cura e benessere, che non sono la stessa cosa e ovviamente implicano anche scelte politiche diverse: durante il festival tratteremo anche di salute mentale e di modelli di cura".
Già: siamo sempre più individualisti e narcisisti. È un problema...
"Anche in questo caso occorre distinguere. Costruirsi un’identità sana che ci distingua dagli altri, dandoci fiducia e rassicurazione, e cercare di avere autostima è fondamentale, Non è necessariamente narcisismo. Il problema si pone se questo avviene in modo paranoico o strumentale".
Ma in questa società dell’immagine forse si nota di più?
"Perché la personalizzazione estrema e l’idea che possa esserci una grandiosità che risolve tutto si mostra già ai massimi livelli, per esempio nei leader politici che si pongono in questo modo narcisistico. E noi tutti andiamo a ruota quando cerchiamo continuamente il consenso e il favore degli altri, e temiamo il loro sguardo. Non è solo una questione legata ai social: esiste anche e soprattutto nei rapporti personali, più fra gli adulti che fra i giovani".
Il festival mette in campo 53 lezioni magistrali ma anche un generoso programma di iniziative collaterali. Con alcune perle...
"Come le ‘Visioni del corpo’, fra arte contemporanea e danza, che presenteremo sabato sera in piazza Grande a Modena. Per la prima volta ‘accenderemo’ la piazza con alcune coreografie che Aterballetto eseguirà anche dal Municipio. Di speciale interesse sarà anche l’iniziativa di domenica sera con Emanuele Trevi e Valter Malosti, un po’ reading, un po’ lezione, un po’ narrazione sull’eterna favola di Amore e Psiche e sui temi che porta in sé: l’amore non corrisposto, l’identità, il segreto del partner".
Fra i relatori, ben 29 sono al debutto al festival. Ci può segnalare tre lezioni da non mancare?
"Sicuramente quella di Anil Seth (sabato alle 15 a Modena), uno dei massimi esperti di neuroscienze che ci parlerà delle nuove frontiere degli studi sulla coscienza, e quella di un altro docente inglese, William Davies, professore di Sociologia ed Economia politica, che spiegherà come la ragione e le emozioni si calino nelle questioni politiche (domenica alle 14.30 a Modena). E la lezione di Elisabetta Lalumera, docente di Filosofia e Teorie dei linguaggi all’Università di Bologna (domenica alle 11.30 a Carpi), su cura, salute e benessere e su come si definiscano dal punto di vista culturale e filosofico".