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Dall’Olanda a Montese, solo andata. L’ex pilota: "Posti da sogno, resto". E il club del ruzzolone lo ’arruola’

Pelle Van Der Lee aveva scelto casualmente l’Appennino tosco-emiliano per una vacanza, ora ha comprato casa "Qui in poco tempo ho trovato tanti amici". E ha già debuttato nello sport tradizionale come lanciatore.

Dall’Olanda a Montese, solo andata. L’ex pilota: "Posti da sogno, resto". E il club del ruzzolone lo ’arruola’

Pelle Van Der Lee aveva scelto casualmente l’Appennino tosco-emiliano per una vacanza, ora ha comprato casa "Qui in poco tempo ho trovato tanti amici". E ha già debuttato nello sport tradizionale come lanciatore.

Il lancio del ruzzolone fa proseliti anche oltre frontiera. Pochi giorni fa, sulle piste di Bago a Montese, ha fatto il battesimo di questo sport Pelle Van Der Lee, arrivato dall’Olanda, intenzionato a stabilirsi in Appennino. Massimiliano Baroni gli ha impartito le prime lezioni di tecnica sul campo, altri lo hanno infarcito di teoria. In serata ha fatto alcuni lanci di buon livello. Il tutto sotto lo sguardo della moglie incuriosita nel vedere uomini di tutte le età divertirsi a lanciare un disco di legno per poi poter conquistare una coppa di metallo o una medaglia. Il presidente del Gruppo montesino, Roberto Sabatini, assistito da Luca Berti, gli ha donato la maglia della società, che ha subito indossato con orgoglio, presenti altri lanciatori che hanno accolto con entusiasmo il nuovo collega, abituato, nella vita, a solcare in lungo e in largo i cieli degli oceani con aerei di linea della KLM, mentre da qualche anno, in Olanda, è impegnato ad addestrare i piloti nei simulatori di volo. "L’Italia è sempre stata nei miei desideri – ha detto –. Quando ho smesso di volare per ragioni di salute, seduto sul divano con mia moglie, abbiamo puntato il dito, a caso, sulla carta geografica dell’Italia ed è finito sull’Appennino tosco emiliano, a Querciola di Lizzano, in una zona del versante bolognese del crinale del Monte Belvedere, vicino a Montese. Siamo venuti a vedere il posto, ci è piaciuto e li abbiamo comperato una casa che ora stiamo ristrutturando. Il sogno si è avverato. Non conoscevo nessuno qui e in poco tempo ho fatto tanti amici. Mi piace vivere immerso nella natura e mi appassionano i giochi della tradizione come il ruzzolone, che si pratica all’aria aperta e nel verde".

Pelle Van Der Lee è entusiasta di questo nuovo mondo, per lui e la sua famiglia, sull’Appennino. È curioso, fa domande su tutto e non disegna qualche gustare crescentina o zampanella. Il lancio del ruzzolone, le cui origini, in Italia, si perdono nel buio dei tempi, viene praticato sulla montagna emiliana, in Toscana, in Umbria e nel Lazio e fa parte della Federazione italiana Giochi e Sport Tradizionali (Figest) riconosciuta dal Coni. Da passatempo dei montanari durante l’inverno, quando oltre al disco di legno si lanciava un formaggio, ora viene considerato uno sport con tanto di campionati anche italiani. Da alcuni anni è entrato in alcune scuole medie con l’intento di avviare dei giovani a questa disciplina sportiva. Questa di Pelle Van Der Lee non è la prima volta che il Lancio del ruzzolone parla una lingua straniera. Stando a Thomas More, avvocato, scrittore e uomo politico inglese, nel Cinquecento, veniva si praticato anche in Inghilterra. Nel suo libro Utopia lo descrive fra i giochi "disonesti" che inducevano "i fanatici, dopo averli ridotti al verde, a commettere qualche rapina".

Agli inizi del secolo scorso, nostri emigranti lo esportarono negli Usa, specialmente nella zona mineraria dell’Illinois, e anche lì fungeva da gioco d’azzardo, come del resto avveniva sui nostri monti prima che venisse normato con tanto di regolamento federale.

Walter Bellisi