Dal corno delle Alpi in Duomo al mandolino elettrico

Concerto di corno delle Alpi e mandolino a Modena: due appuntamenti musicali unici e suggestivi, tra tradizione e modernità, da non perdere oggi pomeriggio.

Dal corno delle Alpi in Duomo al mandolino elettrico

Concerto di corno delle Alpi e mandolino a Modena: due appuntamenti musicali unici e suggestivi, tra tradizione e modernità, da non perdere oggi pomeriggio.

Il suono del corno delle Alpi è profondo, evocativo, talora misterioso. Ci racconta di alte cime e sembra di sentirvi l’eco di incantevoli vallate. E sarà sicuramente affascinante ascoltarlo nell’abbraccio storico del Duomo di Modena, capolavoro del Romanico. Oggi pomeriggio alle 15.30, infatti, la rassegna di concerti in Cattedrale (nell’ambito del Modena Organ Festival, con ingresso gratuito) ospiterà uno dei principali solisti di corno delle Alpi, il maestro Carlo Torlontano (già primo corno dell’Orchestra della Rai e del teatro San Carlo di Napoli), accompagnato da Francesco di Lernia all’organo (foto a sinistra). Il programma includerà alcune perle del repertorio per corno delle Alpi, fra cui la ’Sinfonia Pastorella’ di Leopold Mozart, fra i primi brani scritti per questo strumento alla metà del ‘700, e la quasi coetanea ’Sinfonia Pastoritia’ di Anton Zimmermann: inoltre il tradizionale ’Echi delle Alpi’ e ’The great forn of Helm’ del compositore siciliano Giovanni D’Aquila. Il corno delle Alpi viene realizzato interamente in legno, e di solito è ricavato da una pianta di abete rosso, il tipico albero di Natale: è un pezzo unico, ed è stato a lungo lo strumento utilizzato dai pastori. In Svizzera – dove è divenuto strumento nazionale, e ci sono anche festival internazionali dedicati – è documentato alla metà del XVI secolo).

E uno strumento tutto della tradizione italiana, il mandolino, sarà protagonista del concerto di oggi alle 18 all’auditorium della Corale Rossini in via Livio Borri 30, per la rassegna promossa dall’Ensemble Mandolinistico Estense. Il Mario Poletti Trio tuttavia ci proporrà un insolito mandolino elettrico, in un dialogo con il basso acustico di Marco Piovano e la batteria di Alessandro Poletti. Dunque una ‘declinazione’ del tutto originale per questo progetto del mandolinista Mario Poletti (foto a destra) che elabora le esperienze maturate con alcune delle migliori formazioni della scena folk rock italiana e le contamina con i linguaggi della musica afroamericana, blues, funky, jazz, latin. Fra passato e presente, tradizione e modernità, il programma presenta brani di Django Reinhardt, Franco Micalizzi, Walter Malgoni, Lucio Battisti, Nino Rota e dello stesso Mario Poletti. Anche questo appuntamento è a ingresso libero.

Stefano Marchetti