
Cyberbullismo, quando le parole diventano un’arma La rete del web deve unire, non separare
Esistono due tipi di bullismo: uno che ferisce fisicamente e uno che ferisce psicologicamente. Il cyberbullismo appartiene a questa seconda categoria e, certamente, questo tipo di prepotenza non ferisce meno della prima.
Oggigiorno il fenomeno del cyberbullismo, nato con l’uso dei social media, si sta diffondendo sempre di più, sicuramente aiutato dal fatto che parlare con una persona guardandola negli occhi è molto diverso che scrivere in modo più freddo e distaccato in rete.
Questo fa spesso dimenticare che, dietro lo schermo di un cellulare e o di un computer, c’è un essere umano che ci ascolta. Il web è divenuto uno strumento per sfogare tutta la propria rabbia, commentando magari con parole violente video o foto postati da altri, scordando quanto la nostra superficialità e arroganza possano ferire profondamente, tanto più che ciò che scriviamo rimane per sempre. Basta la foto sbagliata o un video postato senza il consenso per rovinare la reputazione di qualcuno, per renderlo ridicolo sulla pubblica piazza del web, per togliergli la dignità.
È necessario essere sensibili e acquisire consapevolezza delle responsabilità morali e civili di cui ci facciamo carico nel momento in cui usiamo la rete internet, sia nei confronti degli altri, sia per tutelare noi stessi.
Persone malintenzionate potrebbero utilizzare i dati sensibili che abbiamo condiviso per scopi malvagi. Al contrario noi, se agiamo in modo scorretto, con freddezza e immaturità o cattiveria, possiamo causare danni irreparabili.
L’uso dei social non deve mai farci dimenticare le persone reali a cui giunge il nostro messaggio. Dobbiamo tutti darci da fare affinché la rete del web sia davvero una rete che unisce e non che separa.